Questa volta sono direttamente implicato, e la rubriche “passi in partenza” e “risposta al lettore” potrebbero fondersi nella “crocifissione mediatica” al sottoscritto, rea (mannaggia a me a alla tempistica) di aver pubblicato il 3 Agosto 2011 l’articolo: “Monfalcone, un esempio!”, in preda agli effluvi incensanti provenienti dal fresco insediamento del Presidente Pellegrin; già le prime risposte dei lettori furono molto caustiche, un monito a chi sperava fossero solo punzecchiature di malfidanti….
Purtroppo la realtà mi costringe a fare pubblica ammissione di aver prodotto una “panzana giornalistica”, o per meglio dire, di aver avuto la medesima lungimiranza di chi ha affittato ombrelloni il giorno prima dello Tsunami…
Che dire,
rieccoci radunati nuovamente a spargere le ceneri di un’altra defunta, dopo Gorizia, la Snaidero Udine…ecco la Falconstar Monfalcone; lo sport moderno ormai è volatile, evapora prima ancora che tu possa assaporarne il gusto, o appena lo hai fatto, già ne dimentichi il sapore.
Ovviamente cerco di dare maldestramente una chiave di lettura alla genesi di quell’articolo: Monfalcone stava apprestandosi a disputare un campionato in DNB da protagonista, con un roster di altissimo livello (valido anche per la DNA), un entusiasmo senza pari ma soprattutto una crescita incrementale degli ultimi anni che strutturavano il prodotto; purtroppo non era tutt’oro quello che luccicava, qualche debito pregresso e la gestione Pellegrin hai poi fatto precipitare tutto in una velocità disarmante, ma di questo e nello specifico avremo modo di parlarne con dovizia di particolari.
Chi come me guardava da spettatore la realtà cantierina, vivendo anche incroci improbabili ma ahimè reali fra Trieste e Monfalcone (con anche una sfida in B2 in cui i giuliani vennero travolti senza appello), poteva constatare la passione e professionalità degli addetti ai lavori, con i piedi per terra della condizione filo-familiare societaria ma ambiziosi alla luce degli eventi.
Anche persone della levatura morale come Nello Laezza o Davide Cantarello deponevano per la causa…insomma un quadro in cui si poteva credere!
La dolente disamina giornalistica pone il sottoscritto in ginocchio sui ceci in quanto superficiale nello scrivere quello che si è visto e si vede; proprio l’ambito sportivo moderno rappresenta uno spaccato societario fragile e dai cicli sempre più brevi, con i loro personaggi a fare il bello ed il cattivo tempo, portando allo sfacelo in un amen quello che si è costruito e non pagando dazio; per cui è NECESSARIO guardare sotto il vestito….perché se in un film poteva rappresentare qaulcosa di interessante, nello sport è sinonimo di “THE END”.
Insomma, 2 in pagella al sottoscritto….. e un convinto invito a rialzare la testa a Monfalcone!
Raffaele Baldini

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