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Adrian Banks scuote Trieste… con tutti gli annessi e i connessi
Mettere in discussione Adrian Banks… è mettere in discussione LA pallacanestro. L’Allianz piazza il colpo più eclatante degli ultimi anni (assieme a quello di Zoran Dragic), una scelta in contro-tendenza rispetto agli undici anni vissuti sotto l’egida Dalmasson. Ironia della sorte, la filosofia generale per gli acquisti estivi è rimasta praticamente identica: 10 giocatori 10, fisicità relativa e la ricerca di maggior qualità.
Perde un po’ il comun denominatore lanciato in sede di presentazione da Franco Ciani: la duttilità nei singoli elementi. Luca Campogrande e Fabio Mian solo giocatori monodimensionali (per ora ndr.), Adrian Banks ormai guardia pura, senza possibilità di utilizzarlo come “3” (vista la stazza ndr.), Corey Sanders è regista puro, Delia è un “5” statico. Insomma tutti ben incastonati nei ruoli, toccherà a Grazulis a fungere da collante e nel lavoro su Mian e Campogrande risiederà gran parte della “maneggevolezza” della creatura biancorossa.
Quello che non cambia dal “mood” dalmassoniano è un mercato fatto sulla ricerca di buoni giocatori, a prescindere dal ruolo, rispetto alla loro “incastonabilità” nel sistema. Adrian Banks è l’esempio più fulgido; giocatore pazzesco per qualità cestistica, leader nato e trascinatore quando serve. Trieste negli ultimi anni non ha mai avuto un giocatore così. A chi si preoccupa del rendimento in Fortitudo, c’è da dire che in quel disastro stagionale, nessuna avrebbe potuto trovare una redenzione cestistica, così come bisogna dire che nelle partite-salvezza, lui e Baldasso hanno condotto la “Effe” in porto. Poi, sul “caratterino” del giocatore da sempre penso la stessa cosa: cestisti di un certo livello possono palesare un “ego” smisurato e atteggiamenti “border-line”, sta nel gruppo e nello staff tecnico gestire questi aspetti. Con sole educande non vinci le partite, con “figlio di buona donna” puoi provare a farlo… E dico anche che una “testa calda” puoi prevederla (vedi Holloway), quando il gruppo è strutturalmente solido.
Ho lasciato Corey Sanders in fondo non certo per ordine di importanza, anzi, ma per “nobless-oblige” nei confronti di chi, come Banks, ha i gradi conquistati sul campo. L’uomo dalla Florida sarà DECISIVO sui 28 metri di parquet, la sua pallacanestro sarà il detonatore per tutto il gioco offensivo Allianz. Pienamente infettato dalla “sindrome Elmore”, faccio enorme fatica a sprigionare la consueta audacia nel giudicarlo; sembra possa essere un ottimo attaccante della prima linea difensiva, ideale per creare sovrannumero e per innescare tiratore letali “piedi per terra” come Fernandez, Mian, Campogrande e Banks. Si vede che non è un tiratore naturale ma, se riuscirà da oltre l’arco a mantenere una pericolosità soddisfacente (fra il 30% e il 40%), il “pacchetto” è adeguato alle richieste della squadra.
In ultima battuta penso sia da escludere a priori il senso di progettualità nella pallacanestro professionistica di medio livello. Chi parla di roster “datato” con Banks ed eventualmente Cavaliero, non si rende conto che l’Allianz Trieste deve guardare al presente e, mai come nel prossimo campionato, pianificando un futuro possibile. Non con i giocatori, ma con gli imprenditori.
Raffaele Baldini