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Marco De Benedetto: “Gli americani voglio vivere Trieste come un’occasione di rilancio”

d5691e0e1f7c371d4b247bd6e370f83dFonte: Il Piccolo a cura di Lorenzo Gatto

“Il tratto distintivo dei nostri americani è la volontà comune di vivere l’esperienza triestina come un’occasione di rilancio personale. Grandi motivazioni e stimoli particolari, un’atteggiamento che in una piazza come la nostra può fare la differenza”. Marco De Benedetto accoglie con fiducia e convinzione l’arrivo dei nuovi stranieri. Giovani alla prima esperienza nel nostro paese, una filosofia nella costruzione della squadra diametralmente opposta rispetto a quella della passata stagione. Se lo scorso anno, da neopromossa, Trieste aveva puntato all’usato sicuro scegliendo giocatori abituati al nostro campionato, quest’anno ha deciso diversamente. “Non è un segreto che il budget di quest’anno è inferiore a quello della passata stagione- continua De Benedetto- e questo ha inevitabilmente condizionato le scelte sul mercato. Abbiamo preferito puntare su un altra tipologia di giocatori: da un certo punto di vista sei meno garantito, dall’altra la scommessa è certamente più stimolante e può pagare dividendi importanti”. La scelta forse più intrigante è quella di Jon Elmore, play-maker di talento che un esperto in materia come GIanmarco Pozzecco ha indicato nel ristretto novero delle sorprese. Un’investitura pesante che non può che farvi piacere. “La cosa di Elmore che ci è piaciuta di più è il suo dna vincente. Viene da esperienze in cui ha sempre recitato il ruolo del leader, al liceo come al college, e ha l’abitudine a prendersi responsabilità importanti. In più ha accettato la nostra proposta con grande entusiasmo e questo è un valore aggiunto da non sottovalutare”. Sottocanestro si è ragionato come nella passata stagione. Se Mosley e Knox rappresentavano una coppia di centri complementari, l’impressione è che lo stesso si possa dire per Mitchell e Cooke. “Sono due giocatori perfetti per il tipo di gioco di Dalmasson. Veloci , abili a sfruttare la transizione, in grado di garantire grande continuità e consistenza difensiva nell’arco dei quaranta minuti”. Se lo scorso anno la lentezza di piedi Knox creava difficoltà a livello difensivo per cui era difficile vedere i due centri assieme quest’anno le cose potrebbero andare diversamente. “Sicuramente possono coesistere- sottolinea De Benedetto- hanno le caratteristiche per giocare assieme e partono entrambi con l’idea di poter essere punti di riferimento importanti per questa squadra”. In attesa dell’ultimo tassello, un ala piccola in grado di completare il roster che abbia “esperienza e impatto fisico”, Trieste ha scelto Kodi Justice. Ci si aspettava una guardia con caratteristiche forse più difensive, è arrivato un altro tiratore. “Partiamo da un presupposto, nel mercato si va sempre in tante direzione. Justice è senza dubbio un tiratore ma non è uno specialista. E’ abituato a essere il giocatore di raccordo sempre dentro alla manovra. Un moto perpetuo che ha la capacità di restare sempre dentro la partita”. Nel contesto di americani di questo tipo il ruolo degli italiani assumerà una valenza particolare. “Hanno la grande occasione per confermare l’ottima stagione dello scorso anno- conclude De Benedetto-. Riuscire a mantenersi a quei livelli anche in questa stagione con un tipo di squadra molto diversa sarebbe per loro un grande motivo di orgoglio”.

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