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Marco Legovich: “Un chiarimento e poi uniti e compatti all’obiettivo.”

Fonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini

E’ un Marco Legovich stanco ma felice ad Aperitivo sotto Canestro, la 9° puntata della trasmissione di approfondimento (dalle ore 18.00 sui canali social de “Il Piccolo”) che festeggia la qualificazione alla post-season dell’Allianz Trieste, assieme ad Alessandro De Pol. L’ occasione è propizia per analizzare questo grande traguardo con l’assistant-coach, che fonda le proprie radici sul post Trento, con uno sforzo collettivo di essere gruppo, sinergici: “in quattro giorni (fra Trento e Pesaro) non si potevano certo trovare solo nelle chiavi tecnico/tattiche il viatico alla rinascita. C’è stato un confronto fra le quattro mura dello spogliatoio, non lo nascondo, in cui tutti hanno deciso di ricompattarsi per raggiungere l’obiettivo sognato, quello dei playoff. Testa e gambe hanno poi viaggiato all’unisono.” Da quel momento i frutti del chiarimento sono stati evidenti, culminati con il grande successo di Masnago: “sapevamo di incontrare una squadra che aveva vinto le ultime 7 partite su 10, segno di un grande momento. Siamo stati eccellenti nel tamponare l’assenza di Juan Fernandez, esaltando le qualità di Doyle ma in generale di tutto il roster. Ricordiamo che il nostro lavoro settimanale ha fatto si che Luis Scola, per esempio, ha preso solo cinque tiri perché sempre raddoppiato. Dopo il calo nel terzo quarto, in cui oggettivamente non sia stati centrati a dovere, abbiamo ripreso a giocare la nostra pallacanestro mettendo in ritmo giocatori come Doyle e Alviti.” A proposito dei singoli, la regia di Milton Doyle ha dato ritmo e rapidità all’attacco Allianz. Possibile vederlo nuovamente investito di questo ruolo, anche a fianco di Fernandez? “La scelta era obbligata, causa assenza di Juan. Abbiamo dovuto così ri-assestare ruoli utilizzando anche Henry e Alviti nello stesso quintetto. Non posso dire che sia così facile una trasformazione di questo tipo, perché Fernandez è giocatore con determinate caratteristiche, da cui non possiamo prescindere.” Il lavoro certosino tecnico che Legovich mette a disposizione della società è ben visibile in Davide Alviti, protagonista di una stagione esaltante, grazie anche alla capacità di ampliare il proprio bagaglio cestistico: “Davide è sicuramente l’uomo che più è cresciuto durante l’anno, animato dalla volontà di migliorare; guardate le statistiche legate al tiro da due punti rispetto a quelle dell’anno scorso e capirete il lavoro tangibile che è stato fatto su di lui.” La domanda finale arriva proprio da Alessandro De Pol, sull’indice di gradimento rispetto all’avversaria possibile ai quarti dei playoff: “Virtus, Brindisi o Venezia? Sicuramente Brindisi, perché mi sono rotto le scatole di perdere.”

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