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Il Pagellone di fine stagione

Fonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini

BOSSI, voto: 7
150 minuti di triestinità declinata in verbo cestistico. Gambe lente per la A, cuore da Eurolega; gioca la fase più calda della stagione con una autorevolezza pazzesca, “scongelato” dal coach per emergenze di ruolo. La partita con Verona, la sua favola.
RUZZIER, voto: 6/7
L’acquisto più centrato (unico). Regista vero, che ha cambiato le geometrie offensive della squadra, ha acceso i fari alla macchina che viaggiava spenta nei percorsi tortuosi stagionali. Sa perfettamente di non aver giocato la sua miglior pallacanestro, la confidenza con il tiro da tre punti non è mai arrivata. Arriva a fine stagione frastornato, avendo subito più colpi lui di Nino Benvenuti.
COREY DAVIS, voto: 2
Come calare l’acqua e veder sparire un anno e mezzo di riconoscenza, di calore umano, di valore professionale. Un giocatore che ha sempre dato tutto, meglio nel ruolo di guarda che di playmaker prestato alla causa. Ha deciso di giocare un’altra partita fuori dal campo, totalmente sbagliata e con “compagni di squadra” evitabili; la contaminazione manda in fumo la stagione (e parte della carriera).
GAINES, voto: 5
Prendere Gaines e convincerlo a farlo diventare sesto uomo di lusso, è come prendere Pogačar per fargli fare il gregario. Spara in un tiro a segno virtuale, con alterne fortune; traduce (con un pessimo traduttore simultaneo) il concetto di gioco di squadra. Porta in dote 14 punti a partita, ma lo staff tecnico pensa che se ne possa fare a meno.
CAMPOGRANDE, voto: 5
La perseveranza e la resilienza sono aspetti di rimarchevole importanza per un giocatore; Il problema è che mal si sposano con il concetto di tempo sportivo, cioè con l’esigenza di produzione in tempo reale. Un lungo anno per entrare in ritmo, le triple sono arrivate ai titoli di coda…
BARTLEY, voto: 7
Ha fatto una stagione offensivamente pazzesca, mostrando un po’ tutta la produzione: penetrazioni, tiro da tutte le posizioni e in tutti i modi, tiro da tre punti. Quando ha capito di essere diventato un cannoniere, si è specchiato nel mare della vanità, diventando “fastidiosetto”. Unico felice al quarantesimo minuto a Brindisi, in quanto conscio di aver strappato un prossimo contratto a cifre doppie rispetto a quelle attuali.
HUDSON, voto: n.g.
Hudson, abbiamo un problema! Si infortuna praticamente nel salutare i compagni di squadra… una meteora che passa veloce (il tempo esatto di 11 minuti).
DEANGELI, voto: 6
Brani di grande attitudine e tecnica difensiva. Ad un certo punto ci stava quasi convincendo che poteva mettere la “tripla” dall’angolo, poi arriva la sentenza con Reggio…
STUMBRIS, voto: 5
Ci si mette più tempo a nominarlo in maniera corretta che accorgersi della utilità relativa nel contesto biancorosso. Lancia materiale a spicchi verso il canestro, incrinando spesso i tabelloni. Tutto là.
SPENCER, voto: 7
Una crescita esponenziale, arrivato con parvenze di atleta prestato alla pallacanestro, divenuto con il tempo uno dei centri più costanti e redditizi della serie A. Uomo intelligente, equilibrato, non ha sprecato il tempo in palestra ed ha raccolto la semina. Chiude con 8.2 punti a partita e 7.9 rimbalzi.
PACHER, voto: 5
Intelligente, duttile ma limitato nella velocità di gambe e nella personalità per stare in serie A. Poteva essere il collante tecnico/tattico ma anche nello spogliatoio; ahimè la colla si rivelerà molto meno resistente del solito, la sua uscita di scena però coincide con lo sgretolarsi del gruppo.
LEVER, voto: 6/7
Il finale di stagione è quello che poteva essere e non è stato. Cestista di qualità, con un bagaglio tecnico di grandissimo livello, fragile dal punto di vista della fisicità vicino al ferro. Se ci crede, se diventa “cattivo” agonisticamente parlando, la serie A è il suo palcoscenico.
TERRY, voto: 5
Atteggiamento giusto, ruolo sbagliato. Ennesimo errore di scelta, con un doppione di Spencer arrivato mascherandolo da “4”. Atletismo importante, ma lo sport è la “palla-a-canestro”; arsenale offensivo scarno, brilla contro le “big” Milano e Bologna, sparisce a Brindisi. Non vale i soldi che prende.
VILDERA, voto: 6
Ha fatto il suo, sempre con grinta e intensità, centrato rispetto alla pallacanestro nelle sue corde.


All. LEGOVICH, voto: 6
Preparatissimo, ha fatto vedere cose diverse (la “zona” match-up”) e gestito benissimo alcune partite. Purtroppo anche un “primo della classe” deve fare i conti con quello che non è scritto sui libri, come gestire giocatori dalla spiccata personalità o sceglierli con illuminata puntualità.

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