Ormai si può dire, la campagna abbonamenti è stata un fallimento
Più che campagna abbonamenti, potremo chiamarla….campagna di Russia, con i nefasti risultati che i francesi ebbero nel 1812, una sconfitta che la Pallacanestro Trieste 2004 non si aspettava. Quale l’origine di questo insuccesso?
Sgomberiamo il campo dalle facili dissertazioni economiche: le cifre non sono eccessive e sono in linea con il resto delle piazze di Legadue, non solo, lo spettacolo degno di questo nome è giusto sia corrisposto da un adeguato pagamento, è così per qualsiasi evento, dal concerto musicale alla partita di calcio. La genesi del “male” risiede in tutto il corollario che gravita attorno ad una delicata operazione di marketing.
Operazione “simpatia” crollata prima di nascere
La società, pur nelle sue facoltà, ha dato un bel colpo di scure all’operazione simpatia rinvigorita la scorsa stagione con il sollevamento dall’incarico del GM Dario Bocchini, volente o nolente amato dalla piazza, e dalla necessità di lasciare alcuni protagonisti della scorsa stagione (legittimo!) per scelta tecnico-economica, ma senza quel tatto che si confà a chi ha dato lustro alla società.
Questa ardita presa di posizione non solo ha generato qualche spigolatura di fondo, ma anche tolto effettivamente alcune agevolazioni che lo scorso anno erano state apportate in sede di campagna abbonamenti (vedi scontistica per gli affiliati al pool) e in corso della stagione con i tifosi della curva; ai voglia di parlare di passione cestistica quando il periodo è quello che è e chi ha usufruito di un bene pochi mesi prima viene privato poi della condizione favorevole. Come sempre i “vecchi abbonati” non hanno avuto il giusto premio per anni di supporto alla causa, soprattutto in anni di basket rivedibile in serie minori.
Sulla questione mediatica addirittura rasentiamo il nulla amplificato, lo spettacolo principale cittadino non ha pubblicità lungo le strade, non ha presenza negli esercizi commerciali, si è stati bersagliati dall’ evento “Olimpiadi della clanfe”, e la pallacanestro promozionale non passa neanche in TV, roba da imbarazzo.
E quando mugugnano i fratelli del pool, allora….
Se poi addirittura i lamenti arrivano “in famiglia”, la frittata è ben che fatta. Nessuno esporrà mai il proprio dissenso in pubblica piazza in virtù di un aziendalismo forzato, ma chi ha orecchie per sentire non può aver omesso di riportare disparate critiche da parte di addetti ai lavori di società del pool e famigliari dei giocatori stessi; ma come, pool vuol dire sinergia, vuol dire condivisione ed appartenenza, e tu società madre non riservi un particolare occhio di riguardo ai tuoi “investimenti” pro futuro?
E le soluzioni flessibili per diverse esigenze? Troppo da pensare
La campagna abbonamenti della Pallacanestro Trieste 2004 è uno studio che evidenzia una dannata pigrizia di fondo, si legge fra le righe che non si è pensato troppo e che si è lavorato su un “copia-incolla”; c’erano decine di possibilità per rendere flessibile e adatta ad ogni tasca la campagna abbonamenti, dalle proposte di mini abbonamenti a rateizzazioni, da sconti famiglia a abbattimento di costi per circoli e grandi gruppi.
Anche la curva, linfa vitale per la squadra e il coinvolgimento generale, poteva, come anni fa, essere sinergicamente collaborativa con la società gestendo abbonamenti a prezzo ridotto per venire incontro ad esigenze economiche di studenti e disoccupati. Purtroppo il problema è che la società pensa (sbagliando) che le sfumature siano tali in ambito sportivo di livello, che tutto quello che ruota attorno al rettangolo di gioco o fuori dalla stanza dei bottoni sia superflua perdita di tempo. Non è così.
Chiosa finale che sembra cozzare con quello sopra elencato e interpretato, il mio modesto punto di vista è che la passione sportiva non debba avere una matrice economica o di gradimento, bensì essere fuoco che arde per un binomio magico come quello basket-città. Può esserci la società più antipatica del mondo o i costi importanti (sono nella media, ribadisco!), che il sacrificio val bene emozioni domenicali.
Si è tanto sofferto per avere una pallacanestro di livello in città, le forze economiche hanno garantito e materializzato questo desiderio, sarebbe peccato distinguersi per quelli che pretendono, ma quando hanno, si disinteressano.
Ricordo bene quando in un impeto massificato i tifosi della Triestina bocciarono il Presidente d’allora Amilcare Berti perché non batteva il pugno sul petto sotto la curva o non faceva prezzi irrisori allo stadio….e dopo sappiamo come è andata a finire.
Raffaele Baldini (www.cinquealto.wordpress.com)
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