Anno nuovo Maganza nuovo, e l’Acegas ora si scopre profonda

 

…la panchina lunga Acegas…

L’inizio anno per una squadra in salute come era l’Acegas Trieste poteva rappresentare il peggior nemico, nemico forte di giorni senza ritmo partita, di abboffate natalizie e capodannesche, di un’avversaria pronta a sbranare la truppa di Dalmasson per scrollare uno scimmione grande come una casa relativo al periodo nero delle ultime settimane; invece evidentemente la solidità decantata da tutti del gruppo capitanato da Alfredo Moruzzi (elemento citato NON a caso!), ha posto radici profonde e sane nel terreno della DNA.

Una vittoria quella in terra Umbra di proporzioni importanti, al di là della classifica che ora manda la coppia Trento-Trieste come Bartali-Coppi in fuga sul tappone di montagna che però ha visto solo ora il primo traguardo volante, vittoria importante perché ha palesato una notevole capacità camaleontica dei biancorossi di destreggiarsi fra le difficoltà in corso d’opera (vedi tre falli di Gandini in pochi minuti), di prendere con autorità l’inerzia del match (andando se non erro a +14 nel secondo tempo), e sapendo soffrire nel finale ma lucidamente trovando la via d’uscita con Carra e soprattutto capitan Moruzzi.

Poi c’è stato il classico regalo ritardato post-natalizio, quel pacco che involontariamente rimane sotto l’albero nascosto dietro i rami ormai piegati al peso degli addobbi, che però sortisce ancora più sorpresa: Marco Maganza, posto che sia arduo impacchettarlo vista la stazza, è il più bel dono di inizio anno per coach Dalmasson; entrato “a freddo” sulla terza infrazione del compagno di reparto Gandini, ha dal primo secondo inciso sul match portando tutto alla causa: punti, rimbalzi, intimidazione…il ragazzone friulano è stato quello che ci si auspicava, cioè un cazzuto (perdonate in francesismo) uomo d’area.

Perché parlo di profondità in casa Acegas, perché il successo contro Perugia è anche questo: non fa più notizia ma è giusto rimarcare come Daniele Mastrangelo, ottimo ancora una volta, veniva posto come ultimo giocatore delle rotazioni di Dalmasson a inizio anno, che Michele Ruzzier doveva farsi le ossa all’ombra di Marco Carra e invece sta diventando sempre più un alter ego….così la “giornata in ufficio” dello stesso Carra, di Zaccariello e Ferraro, non ha pagato dazi al fine del risultato.

Sia ben chiaro, dormire sonni tranquilli per una squadra come l’Acegas sarebbe delittuoso, la macchina che, come si rimarcava a suo tempo, sfrutta appieno il suo potenziale, è anche quella che deve usare mille accortezze per non inceppare l’ingranaggio o perdere pezzi; domenica si va nuovamente in trasferta in quel di Pavia, poi Torino e il recupero con Omegna, tre indizi potrebbe fare una gran prova….e che prova!

 

Raffaele Baldini (www.cinquealto.wordpress.com)

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