Esigenze e passione, primo round senza danni
Si e’ parlato tantissimo nelle settimane precedenti, spesso banalizzando il concetto che sarebbe stato irresponsabile ed assurdo pensare di destinare le due partite casalinghe dell’Acegas ad altri impianti che non fossero il PalaChiarbola; e’ vero, per capienza, per amarcord e logica la struttura divenuta la casa storica del basket giuliano rappresentava la giusta scelta, ma si e’ fatto i conti senza l’oste, cioe’ senza interpellare i primi fruitori, gli addetti ai lavori.
Coach Dalmasson non ha usato troppi giri di parole per evidenziare quanto di sconveniente creasse questa nuova destinazione al lavoro da svolgere settimanale, per diverse ragioni, oltre che a quelle piu’ palpabili dei canestri, del parquet e delle profondita’ da “digerire” per i suoi giocatori; l’esigua disponibilita’ per allenarsi sul campo, la confusione causa uso promiscuo della struttura e altre componenti marginali ma incisive hanno decisamente posto sul segno negativo della bilancia un fardello pesante.
Per fortuna sull’altro piatto della bilancia vi era un fattore dal peso specifico incalcolabile, la passione e l’orgoglio della gente triestina nel popolare nuovamente quella che e’ stata la casa di mille battaglie, con lo spirito del tempo, quello di tribune piene e una curva rumorosa. Credete, non e’ un caso che ci sia stato Boscia Tanjevic, non e’ un caso che tanta gente che probabilmente non veniva a vedere pallacanestro sia tornata, non e’ un caso che la curva sia tornata a fare il tifo; e questo e’ chiaramente percepibile da chi gioca a pallacanestro, lo sbigottimento iniziale si e’ trasformato in energia, quella carica profusa difensivamente e che ha dato il la al grande secondo tempo Acegas. Posto quindi che le ragioni stavano da ambo le parti, come si suole dire gli dei del basket hanno avuto un occhio di riguardo per la storia e la passione di una citta’.
Tanto Zac, ma senza quei rimbalzi di Gandini
Abbiamo insignito la guardia di coach Dalmasson del titolo di MVP della partita per la grande precisione balistica (non facile in una partita dove si e’ sbagliato tanto, soprattutto dall’arco), ma anche per una delle azioni decisive, secondo il nostro inutile parere, guarda caso in difesa: Trieste perdeva un sanguinoso pallone in attacco per sfondamento di Marco Carra (rivedibile fischio), Zac ha avuto la prontezza di nervi di farselo subire facendo cadere nella trappola l’inesperta guardia torinese, evitando cosi un pericolosissimo riavvicinamento.
E a proposito di azioni decisive, impossibile non ricordare le tre carambole offensive recuperate da Luca Gandini a seguito di tentativi errati dei compagni; diciamola tutta, per presenza di spirito e incidenza, le giocate del figlio del portiere hanno regalato un finale un po’ piu’ sereno a Trieste.
Omegna, “mission impossible” o tutto e’ “possible”?
Suggestivo il fatto di giocare contro la prima delle classi (il miglior record di tutte le division) al PalaChiarbola, sicuramente un motivo ulteriore di interesse per gli appassionati giuliani; pero’, questa volta l’asticella delle difficolta’ si alza notevolmente, basterebbe leggere i numeri di Omegna, i 32 punti in classifica frutto di 16 vittorie e solo 2 sconfitte, e una differenza canestri di +210 (1453 fatti e 1243 subiti); non bastasse, il resto lo fa il roster della squadra di coach Di Lorenzo, in cui spiccano nomi di lusso per la categoria, da Casadei a Masciadri, da Saccaggi a Picazio, fino ad arrivare al nostro ex Tommaso Raspino.
Una squadra programmata per salire di categoria ovviamente conserva intatti i pronostici della vigilia, anche se quel sottile filo di speranza in casa Acegas ha connotati a Moruzzi e soci: infatti, una delle ultime sconfitte di Omegna e’ avvenuta tra le mura amiche a favore proprio della Zerouno Torino, un netto 72 a 86 che rende umana la capolista.
Ultima considerazione a margine, giocare dopo un paio di giorni e’ problema per entrambe, bilanciato perfettamente dal maggior dispendio di energie psico-fisiche per Trieste nella domenica appena trascorsa, con il viaggio da sobbarcarsi per i rosso-verdi.
Di certo qualcosa che potrebbe cambiare i valori sul campo e’ il fattore ambientale: una cosa e’ limpida, il Palatrieste ancora non e’ decisivo, il PalaChiarbola puo’ diventarlo….
Raffaele Baldini (www.cinquealto.wordpress.com)
Lascia un commento