Istinto e razionalita’, il ritorno al Palatrieste

 

Giornate gelide in quel di Trieste, raffiche di Bora che spazzano tutto, una citta’ ghiacciata che si e’ sciolta, sportivamente parlando, qualche settimana fa con il ritorno al mitico Chiarbola, trascinati da un’Acegas che si fa apprezzare, da un tifo nuovamente caldo e rumoroso.

Non si e’ spenta l’eco di quel finale hollywoodiano inscenato dal mancino terribile Marco Carra, autore di due pennelate da tre punti decisive, l’ultima da distanza siderale (per restare in tema meteorologico); la settimana seguente, la rete soprattutto, e’ stata un tam tam di considerazioni, ,di video postati, di pura adrenalina che da tempo non si viveva come sfondo di una sfida cestistica.

Termometro che ha segnato febbre alta soprattutto fra i gia’ convalescenti tifosi della curva, tornati a vivere di passioni, dapprima stupiti di questo immediato influsso empatico con il tempio della pallacanestro giuliana, poi trascinati dagli eventi, riappropriati di uno spazio che per la tifoseria e’ come una seconda casa.

Ora e’ presto per parlarne ma vi e’ all’orizzonte una chiara matassa da sbrogliare, quella relativa al rapporto fra tifoseria e ritorno al Palatrieste.

Diciamo che la “guerra fredda” fra le parti (ormai la meterologia mi ha preso..), cominciata nella gestione precedente e figlia di situazioni tese vissute a bordo campo, ora ha trovato perlomeno un regime di dialogo civile, a tratti collaborativo, che ha permesso entrambe le “fazioni” di ottenere lo scopo, i tifosi di riavere il proprio spazio e la societa’ di riavere il proprio tifo; ce n’e’ ancora di strada da fare, soprattutto uno scoglio insormontabile rappresentato dal ritorno al Palatrieste, dichiaratamente un luogo poco aggregante per il tifo organizzato, e da sempre meravigliosa casa del basket piu’ scenografica che calda.

La verita’ e’ che l’oggetto del contendere sara’ sempre quello: la tribunetta, unico spazio secondo la tifoseria da sfruttare per ricreare ambiente, unico spazio anche pero’ foriero di troppi episodi spiacevoli con conseguenti squalifiche del campo e multe per la societa’ negli anni passati.

Ora la societa’ deve decidere, se spegnere la fiammella riaccesa sul fronte caldo curvarolo, oppure trovare il modo di accontentare non rischiando di ricadere in situazioni oggettivamente deprecabili per l’immagine di una societa’ sportiva.

C’e’ tempo per decidere, la Pallacanestro Trieste 2004 di recente gestione ha dimostrato una netta apertura e la conseguenza (il tifo ndr.) sembra in primis essere gradita agli attori principali, cioe’ a coach e giocatori.

Ritorno al Palatrieste o al… Palaghiaccio?

Raffaele Baldini (www.cinquealto.wordpress.com)

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