Il ritorno di simboli del basket cittadino: Ivica Maric

 

Ivica Maric

Ho sempre pensato che Trieste fosse una citta’ particolare, diffidente con i forestieri, a tratti scontrosa, poi straordinariamente passionale quando si convince dei propri beniamini e infine cinicamente fatalista, voltando pagina in un libro sfogliato da altri.

E’ cosi che un trentenne da Zenica, giocando 4 stagioni a Trieste quasi consecutive (una consumata a Livorno e giocata alla grande), riempiva i cuori giuliani con il suo gioco intelligente, la sua leadership, il suo essere dannatamente normale: era Ivica Maric, per i tifosi “Ivo, Ivo”, un coro che e’ stata la colonna sonora di tante stagioni.

Prima di tutto e’ da rendere merito al cestista, straordinario playmaker di scuola slava, quelli per capirci che a differenza degli statunitensi non “pompava” la palla gratuitamente ma lanciava l’uomo libero in contropiede, quello che guardava nello scout per ultima voce i punti realizzati, quello che quando si trattava di prendersi delle responsabilita’ nei minuti decisivi non si tirava indietro avendo spesso l’ultima parola.

Un uomo con la “U” maiuscola, mai trincerato dietro alibi o scuse nelle sue rare prestazioni negative, professionista ineccepibile a tal punto da segnare 35 punti in una caldissima gara 5 di finale play off per andare in serie A nelle fila di Livorno proprio contro la sua Trieste, ricevendo le piu’ sincere pacche sulle spalle a fine partita dagli ex tifosi; un uomo, che passati diversi anni, ritorna a Trieste per una manifestazione cestistica locale e palesa emozione viva nel salutare nuovamente e definitivamente il suo pubblico per l’addio al basket, parole scritte su un foglio e voce tremante per uscire da un imbarazzo genuino.

Per tutti questi motivi penso che Trieste non debba “archiviare” come di consueto emozioni vissute e dimenticare attori protagonisti che hanno regalato momenti indimenticabili, la citta’ cresce quanto piu’ crea senso di appartenenza, e quale viatico migliore il coinvolgere cotanto spessore umano e competenza in un progetto di crescita per il basket giuliano.

Il mio personalissimo augurio e’ che prima o poi Boscia Tanjevic possa ricoprire un ruolo nei vertici societari, prima di quel tempo perche’ non rivedere Ivica Maric in qualche veste importante nella Pallacanestro Trieste 2004; anche perche’ il concetto e’ valido a prescindere, un uomo di levatura e conoscenza cestistica sara’ valore aggiunto comunque, e in un sol colpo credibilita’ e passione potrebbero crescere a dismisura.

Raffaele Baldini (www.cinquealto.wordpress.com)

Lascia un commento