Per il bene del campionato, concludiamo con un salomonico pari la querelle fra Dalmasson e Comune 

Sfruculiare dal verbo sfruculiare, cioe’ punzecchiare andando in profondita’ delle situazioni emerse dalle dichiarazioni post Fabriano di coach Dalmasson, potrebbe essere una manna, ma la posizione personalissima di chi scrive e’ che questa squadra meriti qualcosa di piu’ che sterili polemiche settimanali, teatrini che non hanno nessuna credibile conseguenza positiva.

Immaginiamo cosi per sdrammatizzare un tribunale virtuale in cui l’accusa (coach Dalmasson) e la difesa (amministrazione comunale) si confrontano su elementi oggettivi, con un giudice che sentenzia secondo tali elementi:

ELEMENTI A FAVORE DEL COACH

Un allenatore e’ professionista che necessariamente DEVE pretendere di lavorare nelle condizioni ideali, perche’ in un ambito sportivo praticamente professionistico (nella sostanza), soprattutto i particolari fanno la differenza; per cui gli orari e il campo da gioco fanno parte del sistema, ed in questo caso l’Acegas si trova a dover giocare in una “casa” non propria e soprattutto allenandosi sporadicamente per esigenze di calendario settimanale. Tutto questo puo’ recare fastidio soprattutto in proiezione play off, in cui la desuetudine a giocare al Palatrieste potrebbe paradossalmente portare Carra e soci nuovamente a giocare in una sorta di “campo neutro” per la fase decisiva stagionale. Ultima considerazione: l’allenatore e’ uscito allo scoperto avendo dimostrato di andar oltre queste problematiche, quindi non ha usato la polemica come alibi ma come considerazione oggettiva a risultato acquisito sul campo (play off ndr.).

ELEMENTI A SFAVORE DEL COACH

Il momento, essendo stato chiarito in tempi non sospetti in merito ad un possibile ritorno al Palatrieste, non si capisce perche’ il coach e’ uscito allo scoperto solo adesso, non avendo dalla sua ritardi da parte della pubblica amministrazione sulle consegne e avendo avuto, in una delle rare occasioni, conferme su procedure e date per l’iter. I tempi sono anche particolari in funzione di un periodo molto delicato che si appresta a vivere la squadra, onde per cui la sfuriata ha un senso a protezione del gruppo (non ce ne sarebbe motivo) o per ottenere qualcosa di concreto (impossibile, visto quanto sopra descritto), altrimenti diventa una forzatura inopportuna.

Poi, a margine di tutto, c’e’ da considerare una cosa: la “dependance” del PalaChiarbola messa a disposizione (con sforzi notevoli di tutti) della Pallacanestro Trieste 2004, non e’ propriamente una tensostruttura prefabbricata come se ne vedono in giro per l’Italia nella DNA, tanto che Bodiroga, Meneghin, Gentile se ne sono adeguati…in piu’ e’ anche stata il viatico per riportare il tifo alle partite di basket, elemento spesso rimarcato in passato, in senso negativo se riferito al PalaTrieste, cosa non da poco direi.

Concludendo, penso che la splendida stagione che Dalmasson e i ragazzi in maglia Acegas, arrivata nel suo clou, non debba essere svilita da polemiche fuorvianti, bensi arricchita da connotati che potrebbero rendere ancora piu’ epico il percorso fatto; propedeutico per tutti e’ che lo sfogo del coach sia considerato tale e anche un pungolo per accelerare quanto possibile le operazioni di consegna del Palatrieste, e il lodevole sforzo dell’assessore Edera e di tutto il Comune fino a questo momento, come il giusto operato per una societa’ meritevole.

Insomma, 1 a 1 e palla al centro….anzi, palla a due giovedi contro Perugia!

Raffaele Baldini (www.cinquealto.wordpress.com)

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