Una partita decisa da alcune giocate, Acegas batte in volata la Benetton Treviso

Bella partita, bella atmosfera (pubblico numeroso e anche un manipolo di ultras!) e l’aria salubre di un buon basket giovanile, difese a uomo senza troppe alchimie tattiche, individualita’ tecniche migliori in casa Trieste contro un atletismo dirompente in casa Treviso.

La spunta per 76-74 l’Acegas di coach Comuzzo, perche’ ha gestito meglio i palloni decisivi, senza fare nulla di trascendentale ma evitando scellerate scelte come riscontrato negli ospiti, soprattutto nell’ultimo minuto e mezzo.

Quintetto importante, dalla panchina testosterone e “chirurgia”

Considerazioni sparse avendo visto il roster Acegas nella serata contro Treviso (che quindi non fanno una prova ndr.): decisamente non si puo’ dire che il quintetto allenato da Comuzzo non abbia la struttura per battagliare con le migliori d’Italia, un playmaker “ad alti giri” come Michele Ruzzier, capace anche di prendersi le responsabilita’ con tiri pesanti, una guardia talentuosa, Stefano Tonut, un ala in rampa di lancio in Emanuele Urbani e il lungo macchinoso ma tecnico come Luca Martignago, dotato di una mano educata dai 3-4 metri.

Da corollario a cotanto potenziale diversi elementi interessanti, dal “testosteronico” La Sorte, una specie di moto perpetuo difensivo, al chirurgico Federico Fortuna, non a caso il tiratore scelto per la tripla del sorpasso; l’atletismo di Coronica fino alla concretezza di Fossati.

Naturalmente dobbiamo dirlo sempre in proiezione futura, l’Acegas cosi come strutturata fatica enormemente a trovare punti quando soprattutto il trio Ruzzier-Tonut-Urbani esce a prendere fiato, e c’e’ ancora da lavorare molto difensivamente, nel “uno contro uno” ma anche negli “aiuti” difensivi, pero’ rimangono inalterate le qualita’ che hanno garantito ai pari eta’ l’anno scorso le Finali Nazionali.

Nella sfera di cristallo, Ruzzier quasi pronto, Tonut e Urbani sulla strada giusta

Pur considerando che Michele Ruzzier e’ gia’ in pianta stabile e decisivo in DNA, certamente aspetti del gioco da smussare ce ne sono, quasi gli stessi registrati in prima squadra: alle volte intestardirsi ad andare fino al ferro, pur considerando l’ottima attitudine al salto, e’ spesso una ardita avventura nel ginepraio d’area, meglio l’arresto e tiro dai 3-4 metri, fra l’altro perfettamente nelle corde del giocatore. Comune a lui e al “collega” Tonut l’idiosincrasia per ogni forma di difesa aggressiva, se pero’ Michele Ruzzier almeno ci prova, Stefano Tonut obiettivamente recita male la parte del difensore; per il salto di qualita’, NECESSARIO alzare il livello nella meta’ campo cosiddetta in salita, quella dove si fa piu’ fatica. Offensivamente, quando non si perde in sterili palleggi e penetra con convinzione, e’ giocatore che fa la differenza, poco arginabile anche per le gambe dei biancoverdi della marca.

Emanuele Urbani a questo livello e’ un top player, per garantirsi anche spazio in palcoscenici senior di rilievo, sarebbe utile continuare a lavorare sulla velocita’ di piedi, e perche’ no, anche sul tiro dalla media e dalla lunga, non esattamente bagaglio naturale del suo gioco.

Non ho il polso della situazione per quello che concerne reali potenzialita’ in chiave Finali Nazionali, di certo il lavoro svolto da Stefano Comuzzo in palestra sui singoli inseriti in un contesto di squadra e’ un valore aggiunto che l’Acegas porta in dote da due anni a questa parte.

Raffaele Baldini (www.cinquealto.wordpress.com)

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