Tutte le strade portano….al Palatrieste
Non e’ solo il motivo piu’ eclatante quello che supporta l’idea di un coinvolgimento pieno degli appassionati di pallacanestro triestini al match di domenica prossima al Palatrieste contro la Bawer Matera, cioe’ quel primo posto in ballo che solo l’Acegas puo’ perdere, bensi tanti motivi eticamente piu’ profondi.Ma e’ giusto partite dalla posta in palio: Trieste e Trento a quota 46, partite casalinghe per entrambe, contro Napoli per i trentini e contro Matera per i giuliani, una previsione-proiezione che va nella direzione di mantenere l’equilibrio perfetto fra le contendenti, con la differenza sostanziale della differenza canestri a favore degli uomini di coach Dalmasson. Scaramanzie a profusione come d’obbligo, ma se cosi fosse, la spinta per deviare il popolo triestino dalle frizzanti osmizze o dai primi soli barcolani verso il ritorno al Palatrieste sta proprio in quei maledetti quaranta minuti da “dentro o fuori” o per meglio dire, per esser primi o secondi!
A prescindere da cotanto obiettivo, la presenza all’ultima di campionato e’ da sempre un commiato (seppur momentaneo) da tanti e tanti mesi di battaglie, vinte o perse, ma pur sempre una storia vissuta fra due canestri; e la storia di questa stagione targata Acegas ha i tratti molto vicini alla favola, una squadra costruita alla grande ma con ambizioni limitate, con l’incedere del tempo si e’ scoperta un puzzle perfetto, un mix di personalita’, di esperienza e freschezza giovanile che ha inanellato successi con continuita’, tanto addirittura da recuperare il tifo perduto della curva.
Il punteggio quindi sul tabellone del Palatrieste al quarantesimo minuto di Acegas-Bawer, quale esso sia, non sara’ altro che il segnale per un tributo da parte del pubblico ad una rappresentazione da Oscar, un’emozione da prolungare con i meritati play off, da mina vagante…il piu’ bel ruolo, perché solleva da responsabilità e genera nuove energie nei protagonisti.
Questa volta non ci sono scuse che tengano, non c’e’ turno infrasettimanale, ci sono gli ampi spazi del Palatrieste, c’e’ una partita interessante, c’e’ in pratica l’avvenimento sportivo piu’ importante per Trieste a tutti gli effetti (Cagliari-Inter non e’ propriamente una “questione” locale).
Un appello che e’ anche un’esortazione a prescindere: con la numerosissima “comunita’” di giovani cestisti che praticano basket sotto diverse bandiere societarie triestine, ancora troppo poche sono le facce imberbi presenti alle partite della Pallacanestro Trieste 2004. Gli istruttori o allenatori non siano parchi di suggerimenti, convincano genitori e mini-atleti stessi a godere di una partita di pallacanestro dal vivo, spieghino quanto conta “rubare con gli occhi” il mestiere a chi lo fa a buon livello, si inviti la green-line a spegnere la play station e a vivere un’emozione al Palatrieste.
Il mio punto di vista e’ che la crisi baskettara e anche una crisi d’immagine, se molti delle generazioni passate sono stati invogliati a cimentarsi con la palla a spicchi a Trieste, il merito e’ stato di gesta come quelle di Laurel, di Bodiroga, di Meneghin o Maric…
L’ultima, non certo per ordine d’importanza, e’ la questione di non far morire una passione, alle soglie di un ennesimo momento di crisi economica, con soldi da anticipare e che Acegas sembra faticare a garantire (per i tempi e il periodo storico che vive l’azienda), la frase “ormai anche il basket non interessa piu’ ai triestini” potrebbe diventare un rimpianto sanguinoso e un alibi a chi governa il basket in citta’.
E per chiudere, a proposito di alibi……che il sano tifo della curva (quello senza vocali dedicate a giocatori avversari) non si trinceri dietro il paravento del PalaChiarbola, avendo la fede sportiva radici ben piu’ profonde e meno “localizzate”….
Intanto….Buona Pasqua a tutti!
Raffaele Baldini (www.cinquealto.wordpress.com)
Lascia un commento