Coach Eugenio Dalmasson: “siamo in un momento decisivo per il basket triestino, tutti dobbiamo fare uno sforzo in piu’ per raggiungere l’obiettivo, noi sul campo e la citta’ fuori dal campo”
Sono quanto mai indigeste le lodi prima della fase decisiva della stagione (anche per ragioni di scaramanzia), pero’ parliamo di quello che e’ storia, un primo posto nella Division che nessuno si aspettava, o lei si?
Onestamente non me l’aspettavo, anche se dalle prime amichevoli si e’ visto subito che avevamo una squadra equilibrata, poi il salto di qualita’ decisivo e’ avvenuto quando l’evidente gap di fine estate fra alcuni giocatori e i giovani, e’ stato colmato strada facendo, innalzando in questi ultimi non solo il tasso tecnico ma soprattutto quello mentale.
Questa estate, in tempi non sospetti, aveva scommesso su un gruppo a sua detta “molto allenabile”; rapporto costo-qualita’ e’ la migliore squadra che ha allenato?
Forse no, l’annata a Vicenza ha tinte ancora piu’ vive; prendemmo due giocatori considerati improvvidamente “bolliti” come Casarin e Valente, e con un manipolo di giovani indigeni abbiamo centrato la promozione; diciamo pure che le similitudini con la stagione attuale ci sono e molto forti, in entrambi i casi la forte identita’ locale ha generato un quid in piu’ di voglia e senso di appartenenza che ha regalato un sogno insperato.
Dove Trieste ha conquistato il primato nella Division, paradossalmente nella sconfitta di Casalpusterlengo? Si tolga il “sassolone” dalla scarpa….
Alla luce dei risultati e con l’inutile senno del poi si, ma la questione della partita con Casalpusterlengo in realta’ e’ molto piu’ semplice di quanto sia stato scritto: in quella partita sicuramente non avrebbe in nessun modo potuto giocare Ferraro, Zaccariello all’ 80% fuori e l’unico eventualmente a disposizione poteva essere Marco Carra (con le dovute infiltrazioni ndr); a questo punto, anche valutando le 4 partite in dieci giorni che avevamo in calendario, ho ritenuto corretto sentire il Presidente, lo staff medico ma soprattutto i giocatori, i quali hanno in modo convinto supportato la mia idea. Sono gli stessi tre giocatori in questione che mi hanno esternato il positivo stupore per essere stati interpellati a riguardo dal loro allenatore, cosa che non e’ mai capitata in precedenza; io sono convinto che trattare i propri giocatori da uomini prima che da “macchine da canestri” alla lunga paga, e cosi e’ stato nelle successive sfide per il primato.
Tutti giocatori decisivi in tempi diversi del campionato, giovani compresi, quanto conta la sinergia con coach Comuzzo?
Il risultato del lavoro e’ evidente a tutti, se l’anno scorso ne avevamo visto i primi segnali con l’esordio in prima squadra di Scutiero e Ruzzier, quest’anno e’ stato dirompente l’impatto, anche decisivo in certe partite, la “cantera” triestina che e’ cresciuta di anno in anno grazie alla lungimirante idea nata 4 anni fa di aggregare le forze locali in un pool per il bene del movimento cittadino; e’ proprio da questo progetto che Trieste deve continuare a espandere il proprio raggio d’azione, non limitarsi ad alcune societa’ ma toccare ogni centimetro quadrato di territorio giuliano, unire le forze in una sinergia nel nome del basket, mantenendo l’ autonomia delle singole realta’ ma con la volonta’ di costruire qualcosa assieme.
Ora i play off: e’ difficile ri-affamare i suoi ragazzi con la pancia piena di una stagione regolare fantastica e dopo settimane di mancanza di ritmo partita?
La difficolta’ c’e’, inutile negarlo, tre settimane sono veramente lunghe e pur considerando le amichevoli che faremo, non garantiscono il ritmo partita dei play off; ricordiamoci che chi andremo ad affrontare, sara’ forte non solo fisicamente di un’intensita’ tipica delle sfide post-season ma soprattutto avra’ la forza mentale di chi ha gia’ vinto un turno!
Io pero’ vivo giornalmente la mia squadra, e proprio questa mattina sono stato spettatore di un allenamento atletico straordinario dei miei ragazzi, segno che da parte di tutti c’e’ la maturita’ per lavorare ad un obiettivo, segno che ci sono ancora margini per migliorare.
Non discostiamo il discorso dal progetto che lei aveva sposato due anni fa, quello di far crescere la societa’ Pallacanestro Trieste 2004 nella sua completezza; le ultime vicissitudini, i problemi in corsa, stanno svilendolo o rilanciandolo?
Non posso dire qual e’ lo stato di salute del progetto ma posso dire quello che ci vuole per non farlo svilire: LA VOLONTA’ DI TUTTI, non solo della societa’ o delle societa’ collaboranti, qua lo sforzo deve essere uno sforzo imprenditoriale, deve essere uno sforzo politico, per far si che tutti realmente supportino una causa giusta; in un momento come questo in cui Trieste non da tante alternative sportive come diversivo al sempre piu’ stressante quotidiano, la pallacanestro sta tornando a rivedere la luce, sarebbe delittuoso farlo sussistere pigramente senza investire su di esso.
C’e’ bisogno di far diventare Trieste una citta’ metropolitana in questo senso, allargare sul territorio per far condividere il progetto, e c’e’ bisogno anche di gente che sogni, altrimenti la rincorsa verso i posti al sole che la citta’ merita nel basket potrebbero rimanere sbiadite istantanee di un passato ormai sempre piu’ lontano…
Un allenatore dopo un campionato cinque stelle, puo’ “scegliere”; una domanda a bruciapelo, meglio una stagione vincente in DNA o un folle azzardo con pochi denari in Legadue con Trieste?
La mia storia gia’ darebbe la risposta a questa domanda, io preferisco sempre sposare un progetto vincente e solido, magari in DNA, rispetto a qualcosa che non ha radici magari al piano piu’ alto. Sinceramente il mio obiettivo oggi e’ salvare Trieste, e non e’ cosi secondaria la cosa, le situazioni societarie le conosciamo e quindi per quello che mi compete, cerco di portare piu’ in alto possibile la squadra, anche perche’ questo genera entusiasmo e seguito, il resto lo devono fare gli altri.
A prescindere se ci saro’ io o meno, una citta’ che mastica pallacanestro e che ha passione, un palasport che puo’ portare 3-4 mila persone con facilita’, non deve alzare bandiera bianca nel momento clou; attenzione, o si fa adesso il passo deciso, oppure potrebbe essere troppo tardi.
Raffaele Baldini (www.cinquealto.wordpress.com)
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