1-3-1, magnifica ossessione per Ferentino

gelo a Trieste…

Tutto il contrario del “galateo cestistico”, quello che ignora considerando una sotto specie di difesa la zona, quello che considera tale arma tattica solo una parentesi da attuarsi in certe occasioni per far pensare gli avversari o rompere il ritmo; coach Gramenzi e’ troppo sgamato per formalizzarsi in una serie finale di play off, anzi, sguazza nella sua 1-3-1 per quaranta minuti per trarre i benefici con l’incedere del match. Non basta certo proporla la 1-3-1, perche’ sia efficace deve essere eseguita da giocatori con lunghe leve negli arti superiori, essere dinamica esattamente come una uomo e dalla precisione svizzera. Tutto questo e’ la vittoria di Ferentino, Trieste finche’ ha potuto correre non e’ collassata offensivamente, a meta’ campo invece….tragedia greca! passaggi loob lenti, poco incisive soluzioni dall’arco o penetrazioni nella tonnara d’area; essendo poi scritto nei manuali che la zona si batte andando in velocita’ o “aprendo la scatola” da fuori, ecco che potete trarre voi le dovute conseguenze…

primo round quindi a coach Gramenzi, per il collega sponda giuliana due giorni a pensare le possibili contromosse, sempre che Ferentino non proponga qualcosa d’altro ancora…

Cos’e’ questa stanchezza?

Strano sport il basket, fino ad una settimana fa a raccontare le gesta di un gruppo di cestisti con la maglia biancorossa che illuminavano la terra di Leopardi con una gara 2 spettacolare, sprizzando esuberanza fisica e tecnica da tutti i pori, poi, in una serata di venerdi come un’altra..corpi imballati e facce distrutte, la versione slow-motion dell’Acegas arrembante di Recanati.

Puo’ essere solo un’equazione demoralizzazione-crollo fisico e mentale?

Forse, certo e’ che un Gandini cosi in difficolta’ non lo vedevamo dall’altra estate, il convalescente Ferraro a ruota e un Marco Carra tornato quello del pre Casalpusterlengo; tanto, troppo materiale umano concesso agli avversari, unito alla serata no del giovane Ruzzier e del “morbido” Maganza, non esattamente con l’approccio da play off.

Il nostro punto di vista e’ che non c’e’ logica in una stanchezza fisica se non quella appunto derivante da un crollo psicologico, per cui se questa stagione Carra e soci non hanno sbagliato due partite di fila mai, pleonastico immaginare una gara 2 tutta grinta.

L come leader, il duo Guarino-Carrizo

Una premiata ditta che non sembra prendersi giornate di ferie; dopo aver regolato Omegna con il 51% del totale di realizzazioni di squadra, il duo anche a Trieste, anche di fronte a uno dei migliori difensori in scivolamento come Mastrangelo (su Carrizo ndr) e in generale contro la blindata fortezza triestina, ha espresso l’essenza della leadership in una squadra di basket: responsabilita’ di tiri dal peso specifico notevolissimo, gestione dei palloni che scottano anche andando di sciabola piuttosto che di fioretto, caricando e caricandosi i compagni sulle spalle a turno.

Vi erano anche dei dubbi sulla tenuta a brevissima distanza di due giocatori che hanno valicato la soglia dei trent’anni, o perlomeno che ci sia un calo fisiologico dopo la fatica di Omegna, ed invece…moto perpetuo, con poche pause e ancor meno perdita di lucidita’; probabile che Trieste debba fare i conti avanti con il terribile duo, considerando che anche i complementi non fanno meno male, vedi canestri di Ihedioha, Panzini, ecc.

Occhio all’Acegas ferita, 3500 persone ci credono ancora…

La curva intona cori anche dopo il quarantesimo minuto, i 3500 del Palatrieste si alzano in piedi per applaudire; no, non e’ il commiato, bel lungi dall’esserlo, questi sono testimoni di una squadra, l’Acegas di coach Dalmasson, che in una stagione intera ha seminato orgoglio e professionalita’, e’ caduta sapendo poi rialzarsi piu’ forte di prima, non sara’ certo una gara 1 scappata di mano a mortificare un gruppo di questa solidita’.

Esattamente come a Ferentino, la sinergia citta’-squadra ha cucito un legame che sembra indissolubile, una storia stagionale fantastica scritta a quattro mani e che non vuole mandare i titoli di coda prima del tempo. L’Acegas e i triestini sono in missione, riportare dignita’ alla pallacanestro cittadina essendo all’ultimo e decisivo step; domenica c’e’ da giurare che la passione sara’ ancora superiore fra le gradinate del Palatrieste, per non fermare l’orgoglio giuliano.

Raffaele Baldini (www.cinquealto.wordpress.com)

 

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