
Fatemelo dire…anzi, l’ha detto il coach in prima battuta in sala stampa: che bello rivedere tanta gente al Palatrieste, in un’amichevole di fine agosto (senza quindi nulla in palio) e con l’inevitabile inadeguatezza da preparazione. L’anno scorso, nel vernissage per l’apertura della stagione in serie A c’erano circa 500 spettatori, ieri 1350!
Al di là di questo, come già rimarcato nel video di commento post-partita, dobbiamo uscire da quella fastidiosa incontinenza critica che si genera ad ogni rappresentazione sportiva. C’è un percorso da fare, con un allenatore nuovo (e straniero), un roster cambiato e una categoria che, fortuna nostra, non ricordavamo più. Ci sono pochissimi giorni di allenamento nelle gambe, ancora meno ore di comunicazione cestistica per oliare meccanismo tecnico/tattici. Fisiologico quindi vedere sul parquet una quindicina di minuti discreti offensivi e poco altro, nonostante la volontà.
Piace l’atteggiamento da leader di Filloy che sgomita con i ragazzini americani dal primo minuto, si incazza con i compagni e dirige sul campo l’orchestra. Piace ritrovare Candussi cresciuto e più “cattivo” cestisticamente, Ferrero sarà il “money in the bank” stagionale (senza mutui a carico ndr). Su Michele Ruzzier la competente piazza triestina aveva visto giusto: fuoriclasse per la categoria da sfruttare, questa volta, appieno anche nelle vesti di realizzatore…o comunque da spina nel fianco offensiva per le avversarie. Sul lungo Vildera ci sono tutte le attenuanti di chi deve portare chili e centimetri in un periodo della stagione di puro sacrificio fisico; sciolti gli ingranaggi, sarà elemento fondamentale del roster. Deangeli e Campogrande hanno tutte le scorie “maledette” di una fresca retrocessione; la “seduta di psicoanalisi” da fare con coach Christian sarà primaria rispetto a qualsiasi raddrizzamento agli arti superiori o levigatura per trovare il frusciare della retina.
Capitolo Eli Brooks: come si pronuncia il nome correttamente? A parte questa amenità, coerente con quanto premesso, è esageratamente presto per fare valutazioni tecniche sul giocatore. Ha preso 9 rimbalzi (il migliore della squadra), si è sbattuto in difesa…ma non è quello per cui è stato preso. Sempre coerente con quanto ho asserito qualche giorno fa, lui deve rappresentare la variabile impazzita in un contesto molto “ortodosso”. Non servono quindi per forza punti o reiterate soluzioni fuori dai giochi, ma fiammate che possano scuotere la partita nei momenti di possibile apatia. E’ una settimana che è qui a Trieste, deve capire il basket nostrano e soprattutto il 40% da tre punti in carriera dovrebbe dare elementi per una sufficiente garanzia.
Per il resto tempo al tempo, come per pulire un po’ il Palatrieste, togliere le indicazioni relative alle uscite per il concerto dei Maneskin, magari regalare una bottiglietta d’acqua a chi dalla piccionaia fa il proprio lavoro fino alle 22.30 di sera… anche questo è un biglietto da visita societario.
Ci si vede a Monfalcone.
Raffaele Baldini
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