Fonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini

La Pallacanestro Trieste vuole cominciare il girone di ritorno prolungando la scia vincente delle ultime cinque uscite stagionali. Di fronte l’Agribertocchi Orzinuovi, compagine che ha subito scosse telluriche negli ultimi giorni, con l’allontanamento dalla prima squadra di DeMario Mayfield e l’ingresso nel roster di Grant Basile, giunto in prestito sino a fine stagione da Tortona.

Questione mentale

Cinque vittorie di fila, lo scalpo di compagini strutturate come Udine e Forlì, la sensazione o la consapevolezza di essere cresciuti nel corso degli ultimi mesi possono essere una pericolosissima dose di bromuro. Il rischio di prendere sottogamba l’appuntamento domenicale, la superficiale convinzione di portare a casa i due punti senza far fatica devono essere elementi neanche da prendere in considerazione per Ruzzier e soci. In terra lombarda bisogna arrivare ancora affamati, consci che la rincorsa la primo posto è ancora possibile, consci di avere uno stuolo di contendenti che non lasceranno punti facili per strada. Non c’è lettura tecnico/tattica che abbia senso se non abbinata ad un animo pugnandi adeguato.

Senza Mayfield…

Detta senza troppi giri di parole, Orzinuovi senza DeMario Mayfield vede abbassarsi notevolmente il tasso qualitativo del roster. L’americano portava talento, imprevedibilità e soprattutto pericolosità nel reparto esterni, ora nelle mani esperte del play Zugno e nel talento notevole di Alessandro Bertini, il classe 2002 in grado di piazzare un “ventello” sotto le volte del Palatrieste. La squadra di coach Christian sulla carta dovrebbe imporre il proprio tasso tecnico, partendo da intelligenti letture offensive e dal necessario ritmo per mettere Filloy e soci nelle condizioni di far male.

Esperienza

C’è anche un gap fra le due contendenti in termini di esperienza. Clevon Brown è un giocatore interessante ma ancora molto acerbo (un anno solo in Europa ad Oviedo), Grant Basile ha talento ma anche lui da “rookie” non può avere la scaltrezza di uomini navigati come Candussi o Vildera. Non parliamo l’incidenza che potrebbe avere Justin Reyes, immarcabile di suo, a maggior ragione contro avversari capaci eventualmente di mettere la verticalità ma non certo di pareggiare l’esperienza del portoricano.

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