Vi ricordate quando “spappolavo” gli ammennicoli per portare una figura come General Manager in Pallacanestro Trieste? Se voi non ricordate, Mario Ghiacci si. La mia è stata una crociata non fine a se stessa, nemmeno un’opera atta a delegittimare il ruolo del sopra citato all’interno del sodalizio biancorosso. La figura professionale intendeva creare quella trait d’union fra squadra e alti dirigenti, quella competenza in grado di sovrintendere a tanti aspetti interni la società, spesso ritenuti superflui. L’arrivo di Michael Arcieri non lo esalterei per il grande risultato ottenuto sul campo, frutto peraltro più di intelligenza e scaltrezza operativa che di reale conoscenza, anche bagnato da quella sana e fondamentale dose di fortuna. Un risultato pagato spendendo non poco, ma tracciando l’unica via percorribile per garantire una possibile pronta risalita. Arcieri sta diventando sempre più credibile per la capacità di recepire le necessità di un ambiente, di respirarlo e di spingere su aspetti lasciati ai margini (negli anni scorsi) di una gestione sportiva. In poco tempo, assieme alla “volontaria” più operativa d’Italia, la moglie Mariabeatrice Cavarretta (area fan Engagement ndr.), a Daniele Cavaliero e allo staff operativo, sta includendo Trieste nella sua globalità, coinvolgendo quartieri anestetizzati da un tessuto sociale che crea inevitabilmente differenze e priorità politiche. Certo, sta nel DNA americano la “charity”, ma rimane un qualcosa per cui bisogna spendersi. La serata con gli sponsor è stata un’occasione per distribuire risorse ad associazioni onlus (Calicanto, Un Canestro per Te), al Burlo Garofalo, per 20 mila euro ricavati (grazie al contributo di BCC Venezia Giulia), il moto perpetuo sta creando un’onda dalla goccia con cui si era partiti. Neanche il tempo di archiviare questo ulteriore successo stagione che ci si trova, sotto i 30 gradi del playground di Valmaura, con tutti i sopra citati, con un meraviglioso Giancarlo Ferrero (e proporlo dirigente?) alle prese con decine di ragazzini dell’Associazione Famiglia e Salute OdV e del Gruppo Estate della Parrocchia Beata Vergine Addolorata rionale, per una giornata di sano divertimento e di avvicinamento al basket. Se vuoi pensate che tutto questo sia marginale rispetto all’acquisto di Jeffrey Brooks o di Colbey Ross, non avete capito troppo. Il General Manager sta ponendo le basi per una Pallacanestro Trieste veramente incistata nel territorio, un sodalizio di serie A che non “compra” i propri appassionati ma li coinvolge naturalmente, un elemento identitario che finalmente restituisce nobilità a qualcosa che in città è più di uno sport di vertice. E vi assicuro che questo certosino e convinto lavoro alla base, è stato svolto con la stessa passione e convinzione quando la prima squadra perdeva con Latina e quando l’umore della piazza era ai minimi storici. Etica del lavoro, idee chiare e influenze estere (americane), Trieste respira per la prima volta qualcosa di nuovo e di concreto. Nomi, facce, operazioni, risultati.

Raffaele Baldini

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