E’ un esercizio doveroso quello di uscire dai dogmi sportivi latini e omettere (quasi) il risultato sportivo finale. La gestione americana, più di qualsiasi altra, ci ha insegnato che la stagione è un percorso (“processo” per dirla alla Matiasic), un lungo viaggio per cui ogni tappa deve essere accettata come serena accettazione di quello che si è, con l’imperativo di lavorare per l’obiettivo finale.

Il test contro l’Illiria Lubiana, compagine giovanissima e splendidamente allenata da coach Modric, non è stata nient’altro che un allenamento più performante. I carichi di lavoro erano palesi, per fisici atleticamente meno brillanti del solito, gli esperimenti tattici (spruzzati qua e là da coach Gonzalez come un Salt Bae dei tempi…d’oro) hanno schiuso orizzonti interessanti, in un presente tutto da calibrare.

Una certezza si può sottoscrivere senza temi di smentita: la Pallacanestro Trieste 2025/26 sarà una macchina da canestri, per pericolosità e talento diffuso, su cui spicca, anche qua in maniera incontrovertibile, la qualità di Juan Toscano Anderson. Il “messicano” ha provato ad un certo punto a regalare un’istantanea al pubblico triestino di recente memoria, una “schitarrata” da otto metri senza criterio che ricorda tanto Denzel Valentine ma che in realtà non gli si addice troppo. Quando è sul parquet Anderson rende le cose difficili come la più facile esecuzione tecnica, è leggero ma efficace nei movimenti, è un’arma totale da ogni parte del campo. E non abbiamo ancora visto la dimensione sui 28 metri…

Altra certezza è Mady Sissoko al… centro del villaggio. Il lungo è un vero centro-boa di pallanuotistica memoria, da profondità al gioco offensivo di Trieste (Gonzalez ci tiene a fargli arrivare la palla), ha i mezzi tecnici e intellettivi per diventare il playmaker aggiunto della squadra. Se, come probabile, subirà raddoppi nel pitturato, i suoi palloni in uscita possono diventare sentenze dall’arco. Deve lavorare tantissimo, perchè è mentalmente aggressivo e vuole arrivare al ferro senza troppi ragionamenti, ma sarà decisivo anche l’aspetto “radar” periferico.

A prescindere da tutto è bellissima l’atmosfera che si respira attorno a questa squadra di basket, quasi 2000 tifosi in un’amichevole di mercoledì ad un orario non semplice per chi lavora, è il segno tangibile che l’appassionato ha voglia di non perdersi neanche un secondo di questa stagione. Come dissi all’ex Presidente De Meo in tempi non sospetti (post retrocessione ndr.), il pubblico triestino è brace che arde sotto la cenere, alla prima scintilla… divampa l’incendio!

Raffaele Baldini

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