Fonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini
La passerella conclusiva, quella che virtualmente accompagnerà l’Alma Trieste alla meritata post-season, un risultato nelle aspettative ma non con questi clamorosi risvolti di classifica. In ballo ci sono i primissimi posti del girone Est, l’Andrea Costa Imola da battere per garantirsi almeno la terza piazza, a scapito della coriacea Ravenna.
Basta poco, ma quel poco ci vuole – Onestamente Imola ha consumato tutte le energie nervose e fisiche nella sfida salvezza contro la Unieuro Forlì, vinta per 78-75. La squadra di coach Ticchi quindi arriva all’Alma Arena serena si, ma con quel grado di rilassatezza estatico che di norma non presuppone una selvaggia intensità sui 28 metri di parquet. Attenzione però che le squadre di Ticchi sono orgogliose, saranno animate dallo spirito volitivo di chi vuol fare bella figura davanti ad una platea importante e numerosa, chiudendo la stagione con un acuto in trasferta. Necessario quindi per Coronica e soci mortificare il pallido intento della vigilia degli ospiti, cercando di incanalare il match sui binari opportuni, possibilmente risparmiando i “vecchietti” del gruppo.
Gestione degli uomini – Lo ha capito perfettamente la Fortitudo, giocare una stagione lunghissima per ambire a quel posticino isolato per raggiungere l’Olimpo, necessita di una gestione oculata del gruppo e degli sforzi profusi. Anche l’Alma Trieste nel suo piccolo ha ragionato in quel di Jesi in quest’ottica e molto probabilmente lo farà anche contro Imola. Primo diktat quello di evitare infortuni, ovviamente giocando duro; esprimere una pallacanestro “al risparmio” è il miglior modo…di farsi del male. Minutaggio distribuito fra gli effettivi, chiedendo agli affidabili complementi giovani (Ferraro, Gobbato, ecc.) minuti preziosi. In ultima battuta, il controllo di un eventuale vantaggio nel punteggio, rischiando meno possibile e rifuggendo da rincorse affannose.
La pazza batteria di esterni – Se Michele Maggioli è il monumento della squadra, il reparto esterni è l’arma letale imolese. Estro e sana “pazzia” gli ingredienti, dal cannoniere Cohn al neo arrivato croato Roko Rogic, passando per il “pistolero Hassan” e per finire al pretoriano tutta energia, al secolo Alex Ranuzzi. Obiettivo della difesa giuliana: non esaltarli.
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