Esempio (raro) di comunicazione: lo Zalgiris Kaunas

Un esempio di comunicazione, discutere serenamente di pallacanestro con ARGOMENTI

Poi ci si domanda perché la pallacanestro ha un seguito importante ma “vende il prodotto” in maniera pessima. La comunicazione fra i depositari del verbo (o presunti tali) e i fruitori finali (gli appassionati), ha creato un Canyon negli ultimi anni, acuito maggiormente sotto emergenza sanitaria. In sostanza si ingurgita un prodotto liofilizzato, prodotto in laboratorio che ha poco niente del genuino. I giornalisti, ideali tramiti fra addetti ai lavori e tifosi, sono sempre più meri sarti del “taglia e cuci”, uscendo dai comunicati stampa solo per interpretazioni personali (improvvide), quando si hanno pochi elementi a supporto.

Eppure in una parte del mondo, una di quelle che trasuda cultura cestistica, c’è chi ancora da un senso alla comunicazione. Parliamo di Kaunas, patria del mitico Zalgiris, squadra protagonista in Eurolega (!) e allenata da coach Martin Schiller. Nel post partita c’è spazio per due domande selezionate dal nutrito stuolo di appassionati assetati di conoscenza; non solo, vi è la libertà da parte dei giornalisti di entrare nei meandri tecnico/tattici della sfida, con domande che in Italia farebbero alzare dalla sedia qualsiasi allenatore, con aggiunta di offese all’interlocutore e chiusura immediata della conferenza stampa.

Nello specifico, per portare un esempio, alla domanda diretta del giornalista riguardo «chi ha sostenuto la volontà di destinare l’ultimo pallone a Grigonis nei momenti decisivi?», nessuna fucilazione da parte dell’addetto stampa, bensì una serena risposta del destinatario, coach Schiller: «non c’è stato nessuno in particolare, non è stato Paulius (Motiejunas) o qualcuno in particolare, ma una discussione tra gente di basket, i mei assistenti…».

Quanta stupenda, poetica normalità in tutto questo, quanti ingredienti per far crescere tutti, sia gli appassionati che vengono dotati degli elementi per capire una scelta, sia i giornalisti che così non possono architettare congetture prive di fondamento; ma anche gli stessi addetti ai lavori che possono illustrare la propria filosofia, il proprio credo senza che vengano inquinati da interpretazioni sbagliate.

Son sempre più convinto che in Italia manchi totalmente la volontà di crescere confrontandosi, la tesi del monologo senza diritto di replica è la panacea di tutte le fragilità strutturali. Un vero peccato, aspettare che i “mostri sacri” si ritirino per sedersi attorno ad un tavolo e finalmente carpire tutti i segreti di una professione; svilisce la letteratura sportiva, o perlomeno la rende differita.

Bello farlo soprattutto quando si è in un contesto educato e permeato di cultura sportiva, quella con la “C” maiuscola, quella che non sbraca in “risse” da bar.

Raffaele Baldini

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Pubblicato il dicembre 29, 2020, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., HighFive, News con tag , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.

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