Analisi del giorno dopo: alibi sempre più fragile, “Magnifico” Zanotti e l’attendismo globale
Gli alibi creano fragilità aggiunte
L’avevo anticipato: l’abbinata CoVid-19/calendario avrebbe creato l’alibi di ferro per giustificare rovesci sul campo. Ribadisco a lettere cubitali che rimane un campionato falsato per le ragioni di cui sopra, ma trovo anche stucchevole il reiterare del mantra giustificativo ad ogni singola sconfitta. Ritengo che un allenatore ha delle cartucce da sparare durante una stagione per “coprire” il gruppo, elencate alla rinfusa: prendersi le colpe, condizione atletica, arbitri e, a debita distanza, la bravura dell’avversaria. Ritengo anche che, come giustamente sostiene Boscia Tanjevic, un giornalista o chiunque si azzardasse a giudicare l’operato del coach, debba porsi sempre ad un gradino più basso, perché solo chi ha a che fare ogni singola ora del giorno con i propri giocatori, può disporre nel bene e nel male delle loro competenze. Da una posizione quindi sottomessa e molto umilmente chiedo allo staff tecnico riguardo l’alibi della condizione fisica:
- Perché consci dello stato in cui versano i propri giocatori, 0 minuti a Cavaliero e Coronica e Alviti dimenticato nel secondo tempo?
- Perché non si è utilizzata la “zona”?
- Eseguire in maniera pessima il “tagliafuori”, passare ad un metro dal bloccante nel pick and roll, non avere un’idea chiara di come difendere sul pick and roll…è una questione solo di stanchezza?
- Cosa dovrebbe dire Pesaro con una rotazione a 8 (Drell 9 minuti ndr.), e senza Massenat, rispetto alla possibile rotazione a 11 di Trieste?
- Perché Cremona, costruita all’ultimo minuto, falcidiata dal Covid e con rotazioni ridotte ha 10 punti e non si è mai lamentata della questione fisica?
Simone Zanotti e la presa per i fondelli del sottoscritto
Mi prendo per il culo da solo citando “le chiavi” del giorno prima: “Zanotti è una boccata d’ossigeno a Cain…”. Ebbene, la “boccata d’ossigeno” è diventato Walter Magnifico per una notte: tiri da tre punti, pick and pop con tiri da fuori, schiacciate e rimbalzi. 21 punti in 22 minuti, per uno che viaggiava ad una manciata di punti per partita. L’Allianz Trieste è riuscita anche in questo, con una difesa totalmente priva di concetti chiari, o perlomeno non metabolizzati dai giocatori. Per quanto mi riguarda attendo il giusto ludibrio da addetti ai lavori e non, ergendomi a “capra scribacchina” della settimana e facendo i complimenti sinceri a Simone Zanotti.
Attendisti, ad ogni latitudine
La Pallacanestro Trieste è una società attendista… per coerenza. Lo è sul parquet accettando di reagire ad ogni situazione tattica altrui e senza mai imporla, lo è in società lasciando tutto scorrere come se nulla fosse. Ho scritto Pallacanestro Trieste perché il marchio Allianz sotto la voce “attendista” mal si sposa, essedo un colosso assicurativo che per definizione gioca… all’attacco. In sostanza è il secondo anno che si sbaglia sul mercato, è il secondo anno che si “veleggia” a fondo classifica, è il secondo anno che la voce societaria arriva su dichiarazioni di prammatica sempre tendenti al “volemose bene”, anche accettando calendari suicidi. Inutile poi chiudere palazzetti, spedire comunicati stampa o interdire ogni contatto. Qualcuno si prende la responsabilità della dignità e del nome della Pallacanestro Trieste?
Encefalogramma piatto. Liberiamo l’istinto
L’encefalogramma del gruppo è piatto. Non è una questione di “terrapiattismo”, bensì di luce spenta negli attori protagonisti. Da una parte a Pesaro c’era una panchina pronta ad esplodere ad ogni canestro o ad ogni situazione positiva dei compagni, con la colonna sonora ruvida del croato Repesa, dall’altra i soliti Cavaliero e Coronica (anche Upson ndr.) ad incitare in mezzo a sguardi vuoti e persi nella sconfinata Vitrifrigo Arena. A questo punto non incastoniamo la pallacanestro di Doyle, Henry e company, lasciamo liberar loro l’istinto e vediamo se cambiano faccia. Alle volte nella pallacanestro basta veramente poco per cambiare una stagione, ma ancor meno per perdere la serie A.
Raffaele Baldini
Pubblicato il dicembre 28, 2020, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag Allianz Trieste, Analisi giorno dopo, Raffaele Baldini. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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