Dispiace essere sofisti del basket

I “sofisti” erano intellettuali che giravano per le città facendosi pagare per il proprio sapere superiore. Non siamo pagati, non abbiamo le competenze dello staff tecnico, ma siamo altrettanto antipatici per  commentare quello che la gran parte del pubblico porta in eredità dopo la terza di campionato. C’è una sensazione forte di instabilità, di vittorie nate da una schiacciante superiorità in termini qualitativi ma che celano falle strutturali. Se il gioco offensivo è un sistema di letture da metabolizzare, ad oggi vediamo troppi giocatori in palleggio o con la palla in mano per troppi secondi, altri che non prendono tiri che devono prendersi, spaziature non corrette per intasamenti di reparto o passaggi sulle caviglie a due metri. Difensivamente il piano partita decretava la massima attenzione per Russ Smith, e l’americano ha furoreggiato penetrando comodo nell’uno contro uno; Iannuzzi è stato arginato ma lui e i compagni sono stati beneficiati da rimbalzi offensivi da record europeo; il buon Chris McNealy sugli spalti, da verticalista d’eccellenza, sarà inorridito a vedere tanta ecumenica passività. Insomma, proporre con costanza Ferrero da “4” e Reyes da “5” significa che le letture sbagliate non sono solo dei giocatori…

Ruzzier rimane la chiave

Michele Ruzzier è stato “trattenuto” a Trieste anche per la sua evidente superiorità in regia rispetto ai colleghi avversari. Se pensa, è un playmaker normale, se agisce d’istinto è il migliore in A2. E’ questione di frazione di secondo, di anticipare il pensiero e il posizionamento del difensore, è creare vantaggio da un’accelerata. Idem dicasi nella volontà di offendere: se rinuncia a dei tiri aperti la difesa può tranquillamente tenersi ad un metro e mezzo non pagando dazio, se comincia con regolarità a colpire da fuori, ecco che tutto diventa più efficace e tutto aiuta a riprendere confidenza con il canestro.

Ora comincia la salita…

Le prime tappe di questa “Grande Boucle” sono state pianeggianti, una sorta di rispettoso “riscaldamento” in vista delle prime tappe di montagna. Ora la Pallacanestro Trieste di troverà di fronte prima una tappa nervosa, rappresentata da Cento, con molti falsi-piani, poi la prima ascesa seria, la sfida alla Fortitudo di coach Caja che sta viaggiando come un treno, vedasi ultima vittoria con Forlì. Serve un cambio di registro importante, serve alzare il livello offensivo e difensivo della propria pallacanestro, ma soprattutto serve leggere situazioni tattiche che, contro mostri sacri come Attilio Caja, può diventare fondamentale.

De Raffaele-Tucci presenti in tribuna

Coppia di lusso sulle tribune del Palatrieste: Walter De Raffaele e Gianluca Tucci erano presenti per vedere la sfida di Trieste a Nardò, assieme all’onnipresente Alberto Martelossi. C’è sempre tanto interesse degli addetti ai lavori sulla seconda serie (più di quanto lo pensiate), anche da chi in estate era stato affiancato alla città giuliana per un gradimento della piazza, oltre la categoria.

Raffaele Baldini

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