
Trieste ad un bivio, o vince e si rilancia o entra in una crisi profonda. La difficile trasferta di Verona quale banco di prova, con Ariel Filloy rientrante, pur con minuti da valutare.
Parte forte la squadra di casa, ispirata al tiro da fuori, la giocata da tre punti di Udom e il canestro di Murphy mette avanti gli scaligeri sul 10 a 4, contro al solita versione asfittica offensiva triestina. Ospiti di una lentezza imbarazzante, con un carico di svogliatezza incomprensibile, la settimana post Bologna sembra aver restituito le carcasse della squadra vista in pre-season; mille palleggi di Brooks prima di vedere qualche movimento, tiri improvvisati e coach Christian è costretto a mettere Filloy già al quinto minuto sul 12 a 4. Ramagli mette pressione sul portatore biancorosso Brooks affibbiandogli Massone, mentre i triestini cercano con continuità la profondità servendo Candussi; non c’è cambio di inerzia, la Tezenis governa comoda il vantaggio, 21-11. Reyes si mette in proprio, segno inequivocabile di mancata coralità, la difesa però fa peggio e Gaijc dall’arco porta i suoi al massimo vantaggio sul +11; primo quarto chiuso con la comoda entrata di Massone e il 26-16 sul tabellone. Buone iniziative con il ricettore Vildera a beneficiarne (6 punti consecutivi ndr.), Trieste prova a scuotersi ma senza troppa convinzione, pur considerando il -6 sul tabellone. Si ferma l’attacco scaligero, complice anche una difesa ospite un attimo più attenta, il canestro di Filloy del 28-24 costringe coach Ramagli al time-out. Brutta partita, spezzettata e senza fluidità da ambo le parti, un canestro (con infrazione di “passi”) di Devoe rimette due possessi di vantaggio per la Tezenis. Ospiti che mancano l’aggancio diverse volte, squadre all’intervallo sul 37-34.
Ripartenza spumeggiante, con l’accondiscendenza delle difese, pareggio a quota 40 con la prima iniziativa degna di nota di Michele Ruzzier. E’ un fuoco di paglia, Verona appena accelera rimette la testa avanti, pur considerando che non c’è reale inerzia nel match. Primo vantaggio esterno con Campogrande dalla lunetta sul 44-45. Devoe sale in cattedra, come spesso capita nei secondi tempi, vantaggi che si alternano in una selva di fischiate arbitrali; Reyes da tre punti per il 48-50 giuliano. Momento per attaccanti veri, Devoe da una parte e Reyes dall’altra, il mini-break però lo scava l’americano in maglia Tezenis: 54-50 e time out coach Christian. Tornano gli errori da una parte e dall’altra, terza frazione chiusa con i liberi di Reyes e il tabellone che segna 54-55. Udom sembra trovare la sua migliore serata a livello balistico, quanto basta che rilanciare gli scaligeri ad inizio ultimo quarto, +4 grazie al libero di Gazzotti. Torna l’attacco prevedibile di Ruzzier e soci, con poche idee e poco movimento, Stefanelli dall’arco mette la prima vera ipoteca alla vittoria finale: 66-57 a 6 minuti dal termine. Una squadra in crisi come Trieste è fisiologico che si sciolga per prima, e così è; nessuna reazione degna di nota, la Tezenis vince comoda 81-69 e manda nel buio più profondo la formazione di coach Christian che, oggi come oggi, deve cominciare a guardarsi alle spalle.
Raffaele Baldini
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