Retorica

Si fa presto a dire che è stata una formalità, un “buon allenamento”, una vittoria scontata. E’ ben più difficile invece mantenere una coerenza, quella cioè che porta dritti dritti a quelle prime partite di campionato, a quelle fragilità evidenti e a quel senso di indeterminatezza che metteva in dubbio anche il risultato della prima contro Orzinuovi. Da quel “pari” a 4 minuti dalla fine del “vernissage” al Palatrieste ne è passata di acqua sotto i ponti, tanti miglioramenti incrementali che fanno giurisprudenza, che spostano l’asticella verso l’alto e di conseguenza anche la lettura critica della sfida domenicale. Che la formazione di coach Zanchi fosse meno strutturata di quella triestina era lapalissiano, che mentalmente fosse “scarica” rispetto a Trieste anche; rimane il fatto che vincere fuori casa non è scontato, a maggior ragione quando le avversarie vedono la sfida contro Trieste come uno degli stimoli più forti stagionali.

Quando Ruzzier segna…

Ieri abbiamo visto un’arma totale a disposizione della Pallacanestro Trieste: Michele Ruzzier regista e terminale offensivo deciso, preciso, efficace. Quando è questa la versione del play di coach Christian tutto è più facile, le difese si alzano oltre la linea dei tre punti e lui può comodamente attaccarle, smazzando poi assistenze a piacimento. Una rondine non fa primavera, ma la versione del PalaBertocchi restituisce il fuoriclasse per la categoria che tutti abbiamo esaltato in sede di mercato estivo. Anche questa è la fortuna di avere un roster competitivo, non c’è l’affanno di obbligare un giocatore ad essere la versione migliore, perché ci sono compagni in grado di surrogare la produzione.

Profondità del roster, diverse soluzioni

Quei due falli di Candussi a partita appena iniziata potevano mandare in affanno qualsiasi formazione di categoria. La solidità ritrovata del roster biancorosso invece trasforma un’emergenza in opportunità: Giovanni Vildera la sfrutta appieno governando il pitturato da far suo, con spigolosità e presenza, abbinato al complementare Reyes. Candussi così consuma meno di 8 minuti di parquet, non facendo voltare neanche una volta la testa a coach Christian verso la panchina; ad Orzinuovi probabilmente si è allenato un altro aspetto importante in proiezione, quello di essere pronti ad eventuali defezioni pre o in corso d’opera.

Occhio a Nardò

Il rinvio della sfida con Chiusi certamente toglie il gusto agli appassionati giuliani di gustare il possibile settimo sigillo consecutivo (con tutto quello che ne consegue per il morale della truppa), ma regala una settimana piena di lavoro per una delicatissima trasferta a Nardò. Lungo viaggio, avversari trasformati nel roster e nel gioco, con due stranieri notevoli, un ennesimo banco di prova per testare il definitivo decollo della formazione allenata da coach Christian.

Raffaele Baldini

Lascia un commento