
Fonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini
La Pallacanestro Trieste si rituffa nel campionato, dopo la corroborante vittorie con Verona e prima dell’attesissimo derby con l’Apu Udine che registra già numeri da record. Ecco, l’arrivo di Piacenza deve essere contestualizzato per quello che è, cioè un match da vincere a tutti i costi per staccare l’ultima (probabilmente) contendente ancorata al gruppo delle “big” e non perdere la continuità di rendimento.
La regia di Sabatini
Non è un mistero che Gherardo Sabatini sia il metronomo, fosforo e leader dell’Assigeco Piacenza. Playmaker vero (7.1 assist per gara), secondo forse al solo Ruzzier, in grado di spezzare la prima linea difensiva con rapidità cercando sempre l’uomo libero. Come Ruzz ha il tallone d’Achille nel tiro da oltre l’arco dei tre punti (25% ndr.) ma se si avvicina al canestro son dolori, anche perché può mettere in ritmo giocatori indolenti come Skeens e Miller. Infatti il suo contributo non deve essere letto come una produzione propria, ma come additivo a tutto il gruppo.
Arrivano altri lunghi dinamici, achtung!
Dopo Freeman, Murphy… ora Trieste deve far fronte ad un altro lungo dinamico come Brady Skeens. Giocatore che spesso si marca solo per una pigrizia cestistica evidente ma, quando invece è coinvolto, ha diverse armi per mettere in difficoltà il diretto avversario. Malcolm Miller rappresenta un ideale complemento, cioè un “4” spesso faccia a canestro, con maggiori licenze di colpire da fuori. La difesa del trio Reyes-Candussi-Vildera sarà decisiva in tal senso, abbinamenti da attuare con il calibro visto che di difese corali (vedi “zona”) per ora non se ne parla.
Paradosso
Il rendimento di Piacenza in campionato è paradossale. Ama correre, quando lo fa esprime un basket piacevole, mettendo in difficoltà tutti (Fortitudo, Udine, Trieste) ma, non redditizio; infatti oltre gli 80 punti segnati la squadra di coach Salieri sfiora la vittoria con Bologna e Trieste, ma vince con Verona e Udine tenendo il match sotto i 75 punti. E’ chiaro che la natura del roster tende a preferire la rapida transizione offensiva, ma occhio alle giornate in cui Gallo e soci decidono di difendere.
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