
Ridateci la dignità… fermate la sala stampa post-partita!
E’ puramente una questione di dignità. Ridare dignità a due professionisti come Michael Arcieri e Jamion Christian, in balia di un italiano recepito male e declinato peggio, una sorta di telefono senza fili dove alla domanda del giornalista, passando per i filtri della traduzione, si arriva ad una risposta che sembra una presa per il culo. Ridare dignità ai giornalisti, che fanno le stesse domande ottenendo risposte diverse e mai attinenti. Ridare dignità al senso di una ventina di minuti “sprecati” da professionisti per confezionare qualcosa di irreale. Ridare dignità ai fruitori, i tifosi, oggettivamente alle prese con una sorta di “storiella della buonanotte” per cui difficilmente prenderanno sonno. Ve lo metto per iscritto… da parte mia non ci sarà nessuna polemica se non attingo dalla sala stampa post-partita, lo giuro!
I grandi allenatori cambiano le partite con una espulsione…
I grandi allenatori inscenano una espulsione “ad hoc” per provare a scuotere la propria squadra. Questo ha diritto di cittadinanza quando la struttura è buona, quando il timoniere ha una personalità tale da trasmettere un messaggio anche… dallo spogliatoio. Coach Christian “approfitta” di un fallo (netto) di Filloy su un forlivese per scatenare l’incazzatura a difesa del proprio giocatore; un tentativo maldestro che fa sprofondare la squadra dal -16 al -30, che innalza il nervosismo del gruppo ben oltre i livelli di guardia, rischiando anche espulsioni ulteriori gratuite come con Ruzzier, Deangeli e Vildera. E poi esonerano Tesser…
Il rischio è grosso
C’è un rischio grossissimo alle porte della “mitica fase ad orologio”, quello di consumare uno strazio per troppo tempo, far sanguinare un animale ormai ferito e privo di forze lungo un cammino di chilometri. Se abbini una condizione fisica al limite dell’imbarazzante all’autostima ormai finita sotto i tacchi, aggiungi per qualcuno una carta d’identità ingiallita dal tempo, servirebbe forse solo un “colpo alla nuca” per non far soffrire la creatura (in senso lato eh). Mai avrei pensato che giocatori come Filloy, Ferrero, Bossi facessero difetto di personalità, entrassero in un tunnel così buio e profondo da far dimenticare un vissuto cestistico importante; lo 0/17 da tre punti dell’argentino è qualcosa che non può avere radici legate solo ad una stanchezza fisica e agli schemi di coach Christian, qua c’è dell’altro.
La cartina tornasole, la squadra non ha più un’anima
L’espulsione di coach Christian poteva essere il più becero assist a chi, all’interno del gruppo, voleva mandare un messaggio all’allenatore statunitense. Niente da fare, tolto il “capro espiatorio” per eccellenza la squadra si innervosisce ancora di più, si disunisce e non confeziona nulla. Potremmo stare a parlare una vita della gestione tecnico/tattica di Christian, cosa che avrebbe assoluto senso se i giocatori in questione avessero un minimo di credibilità. Se la squadra tira ultimamente con il 24% dall’arco (anche con metri di spazio), se spadella dalla linea della carità come squadre di Prima Divisione (forse anche peggio), allora Mike Arcieri ha un assist perfetto per far sedere a fianco a sé coach Christian.
Immobilismo
La frase “siamo sul mercato”, a meno che non sia riferita ad un drone della Pallacanestro Trieste che sorvola Via Carducci, purtroppo non vuole dire niente. Da sempre, una società che vuole reagire, lo fa immediatamente, a costo di sbagliare nuovamente. Justin Reyes ancora in stampelle (parlo di tre giorni fa), lo scollamento coach-squadra evidente, roster passato da coperta lunga invernale a filo interdentale, cosa serve ancora per agire? Forse vige la teoria dei “vasi comunicanti” a stelle e strisce con la Triestina? La tempestività fa parte delle qualità di un manager, a meno che non ci sia alla base una volontà di non agire. Basterebbe dirlo…
Raffaele Baldini
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