
Fragilità mentale e fisica oltre soglia
25 minuti di buon basket, 25 minuti che avrebbero risvegliato dal torpore anche i morti, 25 minuti che da un certo punto di vista potevano schiudere scenari leggermente differenti. Poi il buio, giocatori esperti che smettono di leggere offensivamente, che si aggrappano a quello stelo d’erba che è il tiro da tre punti, che deragliano avendo le chiavi della squadra in mano (vedi Ruzzier), che si piegano sotto i colpi di “Gigi D’Arg” (D’Argenzio ndr.) e Tayler Sabin, praticamente Mike James in canotta Luiss Roma. TUTTI fuori controllo, offuscati dall’acido lattico che inchioda gambe e braccia. L’allenatore questa volta non c’entra, in 25 minuti aveva trovato almeno un pertugio per uscire dal “giochetto” analitico che calamita la new wave cestistica, dando equilibrio fra gioco esterno ed interno, limitando l’abuso del tiro dall’arco, servendo vicino al ferro Vildera e Candussi. Purtroppo una delle colpe è a monte. Ci sarà un motivo per cui l’ “Europa arretrata” prevede una preparazione atletica estiva, con richiami stagionali a spot per mantenerla, in un crescendo verso il finale di stagione? No, il metodo delle 4 ore giornaliere, uno stravolgimento del vissuto sportivo di atleti ultra-trentenni, ha portato ad uno sfacelo fisico evidente a tutti. E siamo appena a Febbraio…
Immobilismo incomprensibile
La Pallacanestro Trieste non ha mai avuto troppo feeling con i cambi in corsa, ma questo immobilismo societario è alquanto incomprensibile. C’è un GM Mike Arcieri che difende a spada tratta un allenatore inadeguato, senza gettargli un “salvagente” (vedi rinforzo), con il più forte giocatore fuori per mesi. C’è una società ambiziosa che manda proclami di promozione, per cui anche il Presidente di Trapani Antonini parrebbe timido a confronto, salvo poi sparire dietro la figura di Michael Arcieri. Penso sempre che alcune operazioni debbano esser fatte anche per mandare segnali; cercare a tutti i costi un rinforzo non era solo una questione di necessità contingente, ma di messaggio da mandare alla piazza, dimostrare che si è sul pezzo e che si vuole far di tutto per raddrizzare la baracca. Manco la fusione fra Travaglio e Crepet avrebbe ulteriori testi da poter declamare in sala stampa per giustificare il momento, siamo ormai al surrealismo sportivo.
Chi abbiamo avuto di fronte
L’avevo scritto nelle “chiavi” del pre-partita, la Luiss Roma ha un impianto di gioco credibile e giocatori che sanno quello che devono fare, sia in attacco che in difesa. Ah si, coach Paccariè con una “zona” (Christian, una “ZONA”!!!) ha ribaltato la partita. Parlando con Riccardo Esposito vengo a sapere che sono tutti studenti, che Cucci gioca per avere un Master, che in pratica l’unico pagato da professionista è Tyler Sabin. Hanno 1800 spettatori al palazzo (più di Trieste ieri ndr.), hanno una proprietà solida che genera serenità per il futuro prossimo. Mi chiedo allora i nostri stra-pagati giocatori come possano sentirsi di fronte ad una lezione (universitaria a questo punto) ricevuta. Giù il cappello di fronte a Roma.
Quando finisce un amore…
“Quando nasce un amore…” cantava Anna Oxa, lo si capisce dalla silenziosa calamita che unisce due soggetti, da uno sguardo che vale più di mille parole, dalla voglia di rivedersi dopo un momento di distacco. “Quando finisce un amore…” invece è quello che canta la Curva Nord e il popolo di appassionati di basket; forse qualcuno potrebbe dire che non sarebbe mai nato, o per meglio dire è un rapporto malato figlio di una retrocessione. La realtà è che anche lo zoccolo duro si sta sgretolando, anche gli “irriducibili” voltano le spalle, prova ne sia il numero più basso di presenze mai raggiunto a Trieste da decenni. E per distogliere il triestino medio da quella passione fra due canestri ce ne vuole… eccome se ce ne vuole.
Raffaele Baldini
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