
Fonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini
Pensi a Trapani e pensi al mare, pensi al mare e pensi allo… Shark. Ecco, uno squalo pronto a sbranare la Pallacanestro Trieste, con due denti acuminati in più, Amar Alibegovic e Stefano Gentile.
Dare un senso alla partita di Trapani
La lettura tecnico/tattica in terra siciliana assume connotati relativi, troppi esperimenti in corso da una parte e dall’altra, giocatori da inserire ed energie da preservare. Dalla parte giuliana c’è forse un interesse maggiore a veder concretizzati i presupposti di una risalita dopo il rientro di Reyes e la convincente vittoria contro Vigevano. C’è da capire quanto realmente il portoricano sia mancato nello scacchiere tattico offensivo di coach Christian, di quanto il suo gioco possa elevare il rendimento dei compagni. Giocare in un ambiente caldo, gasato dai nuovi arrivi e con un vento forte che soffia alle spalle, può essere il miglior test per Deangeli e compagni in vista dei playoff.
Menalo…
Non è un’esortazione violenta, bensì un suggerimento a sfruttare i quaranta minuti contro Trapani per vedere quello che il giovane virgulto virtussino posa dare ai colori biancorossi. A 22 anni non c’è nulla da “bruciare”, se non la voglia di calcare il parquet di un ragazzo che ha visto tantissima panchina. Coach Christian ha un’opportunità enorme per provare quintetti diversi, con Menalo e Reyes per un quintetto da battaglia, con Reyes da “tre”, Menalo e Candussi per l’artiglieria pesante. Peccato manchi Giovanni Vildera, ideale complemento a combinazioni tattiche.
Difesa
Con le rotazioni allungate, Trieste può tornare ad esprimere una difesa più intensa ed aggressiva. Interessante sarà vedere quanto sia efficace di fronte alla squadra più talentuosa della serie A2, ora anche con un grado di fisicità importante. E’ chiaro che la serie A passa per una difesa credibile, intensa e fisica… cosa che è ben distante da quello che Ruzzier e soci hanno confezionato nella seconda parte di campionato. Dirò di più, è necessario che ci sia tanta personalità sul parquet in chiave difensiva, perché ogni cenno di arrendevolezza diventa un probabile massacro sportivo fra due canestri.
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