
Fonte: Il Piccolo a cura di G.B.
LE PAGELLE
BOSSI, voto 5/6: sfrutta gli scampoli di playmaking in assenza (meritata) del “Ruzz” ma è più concreto a rimbalzo che negli assist o nelle conclusioni; con quello che ha a disposizione, fa il possibile, ma nel finale è sfibrato e perde lucidità.
RUZZIER, voto 4/5: inizio pessimo, perché tira quando deve passarla e penetra quando deve servire i compagni; torna in partita con tre bombe in serie ma la performance è ben al di sotto della levatura del giocatore.
BROOKS, n.e.: Per vincere a Trapani sarebbe servito un colpo “di” c***, non un colpo “al” c***.
REYES, voto 5/6: Gli basta un ciuffetto riccio per arginare i lunghi di casa, tira molto dall’arco ma non può stare troppo a lungo in campo. Ogni tanto, le movenze alla Celentano non si traducono in giocate efficaci e si vede necessiti di riprendere confidenza col pallone e coll’agone.
DEANGELI, voto 5: l’applicazione difensiva non copre alcuni sgrammaticati “neologismi” cestistici in attacco; si sbatte ma avrebbe bisogno di 10 chili e 10 centimetri in più per tenere in marcatura i lunghi siciliani.
MENALO, voto 5: (non) entra in partita come Taribo West entrava sugli attaccanti avversari: sbilenco e scriteriato. Ha bisogno di minuti per ambientarsi.
FERRERO, voto 5: poco può contro il più giovane e il più fisicato Alibegovic; oltre alle finte telefonate sull’arco del tiro da tre…poco altro. Parzialmente redento nel finale di partita con qualche siluro quando l’esito era scontato.
CAMPOGRANDE, voto 4: tira male e “produce” poco sul parquet. La tripla in transizione, sotto di venti, ha senso tanto quanto l’ovovia. Fantasmatico.
CANDUSSI, voto 5/6: perde già Horton nella prima azione lasciandogli un facile alley-oop e pare tornato in versione “zizzona” di Battipaglia sotto le plance. Poi reagisce d’orgoglio (quantunque insufficiente in difesa) e s’impone con canestri di qualità, prima del tracollo di squadra.
All. Coach CHRISTIAN, voto 4/5: non confonderei la versione al “rallentatore” di Trapani (nel primo tempo) con un suo merito tattico. In attacco, ecco il solito prevedibile gioco perimetrale parzialmente mitigato da qualche siluro che trova il fondo della retina. Vanno tenuti in considerazione il gap qualitativo con un roster stellare, l’assenza di Brooks e Vildera e un Menalo – oggi – pesce fuor d’acqua. Se è un (bravo) mentalista, non si può accettare quel blackout della terza frazione.
Tifosi della Curva Nord, voto 10: il bel tempo sull’isola non è buon motivo per non lodare la loro indomita fede baskettara, più “vasta” dei 1.676,14 km che separano Trieste da Trapani.
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