Ci si avvicina ai playoff, una “fase orologio” che viene digerita con un “male necessario”. Giancarlo Ferrero ospite a “Tripla de Tabela” per capire le reali ambizioni della Pallacanestro Trieste. E’ logico partire dalla trasferta di Trapani, ma più in generale dal momento di forma della squadra, su cui il mancino ex Varese ha idee chiare: “l’ultima prestazione contro la corazzata Shark, a margine delle nostre assenze, ha detto cose coerenti con l’ultimo periodo che stiamo vivendo. La squadra è in ripresa, abbiamo sensazioni positive in vista dei playoff suffragate da quello che facciamo sul parquet.” Le sensazioni sono un bagaglio soggettivo su cui nessuno può sindacare, le sette sconfitte su sette con le “big” in trasferta sono un dato di fatto. Come si può pensare di ribaltare il trend, in una stagione dai connotati fortemente ondulatori? “L’aspetto su cui dobbiamo fondare le nostre credibili velleità di promozione è fondato sulla capacità di circoscrivere i parziali negativi subiti. Trapani ne è stato l’esempio, il terzo quarto il break pesante ha condizionato il risultato finale. Sono convinto che possiamo farlo e sono anche convinto che il gruppo ci crede in questo upgrade in vista della post-season.” Per la fase decisiva della stagione avete avuto un rinforzo nel giovane virtussino Leo Menalo. Pensi che il ragazzo possa incidere? “Penso proprio di si. Ha un gran fisico, nonostante i 95 chilogrammi per 208 centimetri ha spalle larghe, fa volume e sa usare il corpo. Già dai primi minuti, praticamente senza allenamenti e senza conoscere bene i compagni si è mosso bene, può darci fisicità.” Chi sembra aver ritrovato confidenza con il canestro è proprio Giancarlo Ferrero, elemento arrivato con credenziali balistiche notevolissime e che appena ora sta confermando i numeri di una carriera: “fa specie passare nell’arco di poco tempo dal 15% della stagione regolare al tiro da tre punti, percentuale neanche avvicinata nel periodo più buio della mia esperienza da professionista, al 50% della fase ad orologio. Penso che sia una crescita fisica e mentale il motivo di questa risalita, facendo il proprio lavoro con la stessa dedizione e attenzione di sempre.” Ora c’è da recuperare un rapporto con la tifoseria in vista dei playoff, scottata da una stagione ad alti e bassi e da una retrocessione che fa ancora male: “son sincero – incalza Ferrero – dalla prima partita ho respirato tanta frustrazione nella gente dopo la discesa in A2. Questa, abbinata poi al nostro rendimento non all’altezza della stagione regolare, ha prodotto un mix letale. Però ho troppi ricordi vivi di “sold-out” continui al Palatrieste quando venivo a giocare, come il pienone contro Udine, per non sperare di ritrovare quel calore nella fase decisiva, magari buttandosi alle spalle quello che è stato.” Il tuo futuro lo vedi dietro ad una scrivania o a bordo campo? “Sono certo di una cosa, non resterò nel mondo del basket. Ho studiato economia e voglio raccogliere i frutti facendo il consulente finanziario. Quando accadrà? Magari fra due mesi, appena finito di festeggiare…”.

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