PALLACANESTRO TRIESTE

PUNTI DI FORZA

Roster

Trieste rimane un roster di qualità, lungo e coperto in maniera eccellente nel reparto esterni e reparto lunghi; le ali sono deboli, ma potrebbero tornare utili (vedi Ferrero e Campogrande), oppure rinforzate da un Justin Reyes adattato da numero “3”. Insomma, un quintetto con Ruzzier-Brooks-Reyes-Candussi-Vildera con Filloy-Menalo-Bossi-Ferrero-Campogrande-Deangeli dalla panchina non è malissimo per la categoria.

Condizione fisica

Paradossalmente gli infortuni di Reyes e Vildera hanno restituito due giocatori più freschi, con un percorso di recupero perfetto per calibrarli in vista dei playoff. Avere i due sopra citati in condizione è il miglior viatico alla competitività giuliana. Importante anche far respirare due settimane uno spremuto Ruzzier e gestire l’acciacco di Eli Brooks.

Lunghi

Poser banchettò a Torino nella sfida “ad orologio” contro Trieste. Ora però coach Christian ha Vildera e Reyes in più, tutta un’altra storia. Se il coach statunitense saprà sfruttare bene le combinazioni di reparto (Menalo può essere la chiave), i biancorossi hanno un’arma potente da sfruttare, anche in virtù di far collassare la difesa in area e liberare spazio ai tiratori dall’arco.

PUNTI DEBOLI

Andamento stagionale

Il percorso stagionale è sinonimo di fragilità. La Pallacanestro Trieste solo a Rieti ha dimostrato un certo spessore (finale a parte), ha balbettato più del dovuto e ben oltre i problemi legati agli infortuni, non ha mai fatto la voce grossa quando si è chiesto di farla (eccetto Forlì in casa). La storia di un campionato non può essere cambiata, solo riscritta ma a patto che cambino tanti aspetti.

Tattica

Coach Jamion Christian ha fatto indubbi progressi nell’arco della stagione ma rimane lontano da quello che si richiede ad un timoniere che deve vincere un campionato. Il “gap” con i colleghi (Ciani in primis) potrebbe essere acuito da un’esigenza in chi gioca ogni due giorni, cioè trovare “cattiverie” tattiche per scombinare le carte, per rendere meno leggibile un quadro generale imparato a memoria.

VARIABILI

I “desaparecidos”

Giancarlo Ferrero e Ariel Filloy sembrano rianimati in vista della post-season, diventa importante recuperare anche un “apri-scatole” come Luca Campogrande e un regista di supporto a Ruzzier come Stefano Bossi. Se per quest’ultimo ci sono pochi dubbi sul suo approccio caratteriale alla fase che conta della stagione, sul romano invece ci sono tante incertezze, alla luce di un linguaggio del corpo e di un minutaggio scesi drasticamente.

Raffaele Baldini

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