Siamo appena a gara 1…

Potremmo sciorinare una serie di luoghi comuni da playoff, ma non lo faremo. Piuttosto sarà una disamina rapida perché mentre ci si fa la doccia dopo gara 1, si è già nel passato. L’eredità più eclatante della vittoria al PalaAsti di Torino? Il cinismo. Se il momento più difficile è stato gestito dal puro estro di Eli Brooks e di Justin Reyes, con il vantaggio garantito di 4-6 punti, la Pallacanestro Trieste ha dimostrato saldezza mentale; se normalmente si vedevano finali rocamboleschi, con palle perse e scelte di tiro scellerate, gara 1 a Torino è stata invece una manifesto di concretezza. Michele Ruzzier che accelera e subisce fallo o segna in penetrazione, altri biancorossi scaltri nello speculare sul bonus speso piemontese, ottime reazioni sui cambi difensivi per costringere Pepe e soci a tiri da tre punti impossibili (peraltro segnati nel primo tempo ndr.). Sia chiaro, nessuna squadra allenata da coach Ciani presenterà la stessa faccia, men che meno quella confusionaria vista nei primi quaranta minuti; in gara 2 verrà coinvolto il terminale più credibile Kennedy, verranno creati raddoppi più efficaci per togliere dal match Brooks e Reyes. Imperativo per Deangeli e soci non sedersi su un fragile 1 a 0, cercando più possibile di cavalcare un ambiente che sarà certamente ancora più freddo martedì sera; è inutile negarlo, c’è una ghiotta occasione, c’è un modo per semplificarsi la vita ma che passa inevitabilmente per ordine offensivo, spaziature migliori e nuovi terminali rispetto a quelli assoluti protagonisti di domenica sera (che avranno bisogno di “fiato”).

Raffaele Baldini

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