
Fonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini
PAGELLE TRIESTE
RUZZIER, VOTO: 9
La sensazione è che sia il burattinaio di tutta la serie A2, menando le danze a piacimento, trovando linee di passaggio e assistenze col goniometro. La standing ovation è meritatissima, una serie perfetta, un manuale di regia, 13 punti e 11 assist.
BOSSI, VOTO: 6/7
Nel canestro con accelerata c’è tutta la voglia di dimostrare di poter essere incisivo. 4 punti in quasi dieci minuti, spalla importante per Ruzzier.
BROOKS, VOTO: 7/8
Più positivo di Lance Armstrong ad inizio partita, prosegue sulla falsa riga di gara 2 con fiammate micidiali: 16 punti in 16 minuti. Nel secondo tempo cala fisiologicamente, però chiude con 18 punti, 4 rimbalzi e 5 assist. Sempre centrato l’esterno americano.
FILLOY, VOTO: 7/8
Più ai margini offensivi della manovra triestina, anche se la “tabellata” ormai è marchio registrato. Poi il “Professore” decide che Trieste deve andare in finale piazzando 10 punti in un amen e buonanotte a Forlì.
CAMPOGRANDE, VOTO: 6
Approccio perfetto per chi è una vita che manca di sacro furore agonistico: mani addosso e intensità difensiva.
MENALO, VOTO: 7/8
Dedito alla difesa su Zampini nelle prime battute non sfigura, in attacco ha la spregiudicatezza di un diciottenne al primo giorno di lavoro nel bar della mamma della fidanzatina. Una volta ricevuta la fiducia, tre triple e tutto il talento naturalmente viene espresso senza catene.
FERRERO, VOTO: 7
Mister utilità, entra in silenzio, fa il suo dovere senza far sciocchezze.
VILDERA, VOTO: 7
Una calamita a rimbalzo offensivo, il “barba” confeziona 10 carambole nel solo primo tempo. Se trasformasse tutti i rimbalzi in canestri, sarebbe Drazen Petrovic. Per ora è “kamenko” (“pietra” come veniva chiamato Petrovic agli esordi), un totem fondamentale per l’economia biancorossa: 4 punti e 13 (!) rimbalzi.
DEANGELI, VOTO: 7
Elargizioni con la tabellina del “tre” per Lodo, con esasperati contrasti al tiro. Poi, di rabbia insacca canestri da sotto.
CANDUSSI, voto: 7/8
Mentalmente, e di conseguenza con il linguaggio del corpo, è un altro giocatore rispetto alla fase finale della regular season. In “società” con Ruzzier si garantisce canestri comodi da sotto misura, senza bisogno del semigancio. Anche lui, come gli altri, domina prima mentalmente la partita che tecnicamente, 15 punti e due soli errori dal campo.
ALL. CHRISTIAN, VOTO: 8
Sceglie di lasciare fuori Justin Reyes, prendendosi un rischio. Da fiducia a Menalo e Campogrande (ripagata), il timoniere ormai ha in mano il giocattolo, o il giocattolo ha coinvolto lui, fatto sta che l’uomo venuto da lontano porta in finale la Pallacanestro Trieste. Chapeau!
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