Abbiamo spesso evidenziato di come Anthony Hickey potesse rappresentare il lavoro extra all’orizzonte di Michele Ruzzier. Playmaker con dinamite nelle gambe, sempre aggressivo dal palleggio e con una parte superiore del corpo da reggere qualsiasi urto. E’ chiaro che coach Christian deve fare una scelta inevitabile, mettere Michele sul play americano, anche perché contro qualsiasi numero “2” canturino sarebbe un “sotto taglia”. Oppure, come giustamente ha detto Sandro De Pol a “Tripla de Tabela”, Christian potrebbe abbinare Brooks con Hickey per instillare quel senso di sfida molto forte fra connazionali.

Difensivamente Hickey è il classico prototipo di esterno americano istintivo, cioè brillante e con mani addosso nei primi secondi dell’azione, un po’ distratto dopo verso il 24” secondo. Ecco che in questo caso diventerà fondamentale l’attacco a tutti cilindri di Trieste, quello dinamico, quello che ha fiaccato le resistenze piemontesi e romagnole, partendo proprio dal turbo Ruzzier-Brooks, duo che sullo scatto breve è poco arginabile.

A prescindere quindi del “uomo contro uomo”, la chiave in casa giuliana è quella di mantenere quel moto perpetuo, quel dinamismo in grado di far ballare la difesa canturina.

Raffaele Baldini

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