Comunicazione e coerenza alla base del successo

Ribadisco quanto detto a caldo, la promozione in A1 della Pallacanestro Trieste è la storia più incredibile vissuta fra due canestri in città. Senza retorica, la magia dello sport è quella di non avere un elemento uno su cui poggiarsi per credere in un successo finale, per poi festeggiarlo con la faccia incredula di chi non ha capito come è avvenuto.

Scansando sterili e stucchevoli polemiche, il dato oggettivo è che quando Trieste perdeva a Latina, proponendo un ricorso impossibile, palesava tutta la negatività di una squadra in crisi: mancanza di identità, scollamento, facce scure. Un ectoplasma piatto, scosso solo da una contestazione violenta (nei termini ndr.), da aspre polemiche, peraltro magistralmente gestite da Mike Arcieri.

Ecco, forse da questo punto si può partire per intuire la genesi di un successo finale: la comunicazione. Comunicare “significa mettere insieme, scambiare informazioni, conoscenze, bisogni, atteggiamenti, emozioni, percezioni tra soggetti coinvolti in un determinato contesto spazio-temporale su tematiche comuni.” Da quel momento il denominatore comune è mandare messaggi, verbali e non. Michael Arcieri manda il primo messaggio forte, di coerenza progettuale: Jamion Christian non si tocca, il roster può essere ritoccato ma la finalità è aspettare tutti per i playoff. Scritta così appare un estratto dal decalogo del“manuale del bravo General Manager”, sottoscritto con convinzione quando la squadra non aveva né capo né coda, mossa coraggiosa a dir poco.

Ancora la comunicazione ha il sopravvento nel dopo vittoria a Rieti, prima della post-season. La squadra e lo staff tecnico si confrontano, cercano una metodologia condivisa per uscire dall’appiattimento stagionale. Comunicare presuppone il fatto di saper ascoltare (cosa sempre più rara di questi tempi), e quando l’incipit arriva da uomini e giocatori di provata esperienza ed intelligenza come Ruzzier, Filloy, Candussi…allora è utile aprire le orecchie. Da uomo dedito allo studio del rapporto umano e alle sue sfaccettature, Jamion Christian ha avuto la virtù massima nel rendersi flessibile ad una situazione scomoda, quella di un campionato molto distante dal suo vissuto. Fiducia reciproca, io giocatore gioco anche per te coach, perché tu mi hai saputo ascoltare e “proteggere” nei momenti difficili. Assicuro che questo rapporto simbiotico è molto più importante di qualsiasi schema o impianto tattico.

Mirabile gestione manageriale di Mike Arcieri, quella improntata a fare quadrato attorno alla squadra, proteggerla, non metterla in discussione…a costo di prendere tutti i “cazzotti” stagionali. Boscia Tanjevic proteggeva allo sfinimento i suoi uomini, ben sapendo che poi sarebbero stati riconoscenti al momento di scendere in campo.

Sia chiaro, il quinto posto in stagione regolare (peraltro a rischio fino all’ultima partita), non poteva essere un buon viatico ai playoff, anche raccontando la storiella dell’arrivare calibrati al momento giusto. Ci vogliono anche le congiunzioni astrali, quelle magari di una Torino con qualche acciaccato, di Kadeem Allen fuori dai giochi con Forlì; ma la storia delle grandi imprese sportive è costellata da una buona dose di c… casualità.

Infine, la promozione in serie A1 è il trionfo della coerenza, quella perversa impostazione che ti obbliga a tenere la barra dritta nel mezzo di un terremoto, quando per dormire sonni tranquilli è più facile agire secondo vox populi. Non sarà un caso per cui Mike Arcieri è stato Manager dell’anno in serie A1 e timoniere di una clamorosa promozione a Trieste l’anno dopo.

Raffaele Baldini

Pubblicato il giugno 15, 2024, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.

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