
Quando abbini qualità ed intelligenza
E’ presto per dare un reale responso sulla forza della Pallacanestro Trieste 2024/25, ci sono però elementi che sono comun denominatori di questo inizio stagione. Il roster costruito da Michael Arcieri non solo ha evidenti qualità sui 28 metri di parquet, ma abbina un’intelligenza cestistica fuori dal comune. La prova provata di tutto ciò? Ricordate i famosi algoritmi che cassavano il tiro dai tre/quattro metri? Bene, ieri ne ho visti tantissimi da Brown, Brooks, Ross e Valentine. Tutto questo perché la pallacanestro è trarre quel minimo, infinitesimale vantaggio rispetto all’avversario, e le condizioni per ottenere questo vantaggio sono differenti, conta chi sa leggerle meglio. Altro forte indicatore è la prestazione volitiva di Uthoff in difesa. Un tiratore ha maggiori possibilità di uscire dal match con uno 0/7 in groppa, rispetto che adoperarsi nella metà campo di fatica. E’ logico che la congiunzione degli astri non potrà portare prestazioni così sensazionali come quelle con Milano, però ci sono i presupposti per avere giocatori duttili, camaleontici.
Che difesa!
Già rimarcato più volte, coach Jamion Christian ha confezionato un impianto difensivo per la sfida a Milano, di altissimo livello. Fisicità “europea”, e quando i meneghini protestano vuol dire che si è sulla strada giusta, chiusure d’area puntuali e idee sempre chiare. Trieste ha portato gli attaccanti dell’Olimpia dove voleva, ha “battezzato” giocatori scientemente, ha piazzato il più adatto, Jarrod Uthoff, alla difesa di Nikola Mirotic. I lunghi Johnson e Candussi non hanno lesinato energie nel pitturato, hanno mantenuto coerente l’intensità degli esterni.
Coinvolgimento
La sensazione è che la società non stia più sbagliando un colpo. Un Presidente presente e caloroso come manco un triestino di nascita sarebbe capace di essere, un GM che raddrizza, senza far trapelare nulla, anche le situazioni più complesse, un’organizzazione che sta gettando le basi per crescere in linea con le ambizioni. Non c’è giorno che la Pallacanestro Trieste, nell’accezione più completa del termine, si adoperi per incistarsi nel territorio fra iniziative sociali, sportive, mediatiche. Si stanno ponendo le basi per il coinvolgimento di una fetta sempre più ampia di appassionati attorno alla palla a spicchi, con educazione e senza urlare, con concretezza e non con fumo negli occhi.
I demeriti di Milano
L’Olimpia Milano non penso sia arrivata alla prima di campionato con la svogliatezza di chi pensa all’Eurolega. Ha portato il roster rodato in Supercoppa, ha, come sempre, regalato le briciole agli italiani di complemento (Caruso in panchina è stato un favore a Trieste onestamente), l’incubo che però potrebbe materializzarsi in casa meneghina è che sia l’ennesima versione incompiuta, parlando in ambito europeo. Bolmaro-Dimitrijevic è una regia interessante ma con personalità leggermente sotto soglia per l’Eurolega, così come i due accentratori Mirotic e Shileds sono troppo ondivaghi per dare certezze a coach Messina. Manca, secondo me, l’animale a “sangue freddo”, il Kevin Punter o il Malcolm Delaney della situazione, quel giocatore che accende la propria pallacanestro quando c’è bisogno.
Raffaele Baldini
Lascia un commento