
Fonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini
Colbey ROSS, voto: 7/8
Lo sguardo da “killer” ce l’ha di suo, se poi servono punti fuori dagli schemi, lui diventa un “killer seriale”. Come si ipotizzava in sede di prepartita, attaccare Bolmaro e soci sarebbe stato un affare, e così è stato grazie alla qualità dell’americano ex Varese. 22 punti in 29 minuti, 6 assist e mai…neanche sotto tortura, poco aggressivo.
Michele RUZZIER, voto: 7
Tanto fosforo nei 16 minuti di campo, poche sbavature e soprattutto spirito di adattamento ad una categoria che è tre volte più impegnativa di quella vissuta la scorsa stagione. Lui è playmaker che entra dalla panchina, un lusso per tante squadre di questo campionato.
Markel BROWN, voto: 9
La sua impostazione da tiratore sulle ricezioni è da esporre al museo del Louvre. Giocatore di una personalità debordante, un professore a cui riferirsi in ogni situazione. Segna 18 punti in 29 minuti, nel primo tempo non sbaglia niente e i tre falli li gestisce con intelligenza. Leader vero, giocatore di questo tipo non vedevamo da tempo immemore a Trieste.
Jeffrey BROOKS, voto: 8
Se venite dirottati e lasciati in una jungla senza nessun strumento, portatevi dietro Jeffrey Brooks! Giocatore di una essenzialità clamorosa, un giocatore a sangue freddo che colpisce alla giugulare ma poi esprime calore arringando la folla. 14 punti, senza errori dal campo, e soprattutto ha colpito quando il match chiedeva punti pesanti.
Denzel VALENTINE, voto: 7/8
Quando è in trance agonistica può essere più letale di un massaggio a Sinner. Ama avere i fari puntati addosso, ama marcarsi e scartarsi solo, ha però nelle mani un talento pazzesco. Avevamo una mezza certezza che l’americano volesse ricacciare a qualche milanese qualche commento frettoloso, diciamo che l’ha fatto per 19 volte. Abbiamo detto che sarà croce e delizia, fondamentale è non ingabbiarlo, liberare il suo estro.
Jarrod UTHOFF, voto: 6/7
Un tiratore con una serata da 0/7 dal campo avrebbe potuto “calare l’acqua” alla prestazione anzitempo. Invece dalla palla a due si è calato nella fase difensiva con attitudine rimarchevole, tantissimi minuti su Mirotic ma anche su altri terminali meneghini. Anche questa è intelligenza cestistica, anche questa è utilità a servizio del gruppo.
Jayce JOHNSON, voto: 6
Si siede sul banco universitario della serie A e prende appunti. Da ragazzo intelligente non forza una giocata, si rende utile senza pretendere troppi palloni giocabili. In proiezione futura è necessario ritagliarli punti e rimbalzi per dare profondità al gioco d’attacco triestino. Per lui ci si auspica il “metodo Spencer”.
Francesco CANDUSSI, voto: 7
Esordire nel suo ruolo, in serie A, è la cosa più complessa del mondo. Si è immerso nella tonnara con cipiglio, 13 minuti in apnea quasi senza guardare in faccia nessuno. Alle “sportellate” in area pitturata ci mette anche una tripla fondamentale… da leccarsi i baffi.
Coach Jamion CHRISTIAN, voto: 9
Un impianto difensivo al limite della perfezione, con tempi perfetti e idee chiare. Il materiale umano è certamente di livello, ma poi bisogna costruire un gruppo che agisca all’unisono, soprattutto nella chiave difensiva e contro una corazzata. Cambi perfetti, ascoltando l’emotività dei singoli attori, time out puntuali. Continua la redenzione del coach venuto da lontano.
Società e Curva Nord, voto: 10
Un parquet favoloso, maglie elegantissime e un Presidente che arringa la folla prima del match. Se poi la folla è trascinata dalla Curva Nord, allora sono “money in the bank”. Una grande vernice per la prima in serie A, un ambiente come pochi in Italia, una vittoria nel nome della piccola Sveva.
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