
Partita splendida, ma quando giochi con il fuoco…
Spesso uscire dall’arena soddisfatti dello spettacolo, cela un fastidio enorme di sabbia nelle mutande. Eh si, come dice un mio amico “meglio un brutto matrimonio che un bel funerale”, è dannatamente vero, soprattutto se sei di estrazione europea. Concludo con l’ultimo luogo comune, tremendamente attinente, per cui l’attacco vende i biglietti e le difese vincono i campionati. Se la Pallacanestro Trieste volesse vincere una partita nella “metà campo di fatica”, dovrebbe finire il match con Ruzzier, Brown, Reyes (o Campogrande), Uthoff (Brooks) e Johnson. Quindi? Impossibile, visto che almeno 3/5 dei citati non fanno parte del quintetto che chiude le sfide, uno poi è fuori dal radar stagionale (Reyes ndr.). Essendo stato un non difensore quando giocavo a livello condominiale, individuo immediatamente i connotati di tipologie analoghe: Ross e Valentine fanno finta di difendere (certe volte mascherano bene), hanno nel database personale l’idea forte che si possa vincere con un canestro in più, piuttosto che subirne uno in meno. In un gioco di squadra questo si riflette inevitabilmente sul resto del gruppo, in quanto basta che uno sia un passo indietro, ed ecco che i meccanismi vanno a … prostitute. Non a caso, se andate a rivedere la puntata di Tripla de Tabela con coach Taccetti, chiesi se fosse stato possibile vedere la versione difensiva biancorossa, sino ad allora eccellente, per buona parte della stagione, in considerazione del fatto che alcuni elementi non avevano le stimmate (eufemismo spinto) dei difensori. Attenzione, è chiaro che con la qualità di Trieste, spesso la vittoria potrebbe arrivare con i fuochi d’artificio, ma se si vuole puntare in alto, bisogna tornare alla solidità difensiva delle prime partite.
Godetevi un giocatore d’Eurolega, anche nelle cose più subliminali
Markel Brown… detto ormai “Brownie” per quanto delizi meravigliosamente i palati fini del Palatrieste. Giocatore totale che incarna il prototipo del cestista ideale. Mentalmente “incazzato” dal riscaldamento, dedito alla fase difensiva con la stessa abnegazione di quando offende, pulito nell’espressione cestistica perché ha letture perfette. Riporto quello che ha me personalmente ha fatto impazzire, e che non viene per forza riportato nelle statistiche: Brown, per due azioni quasi consecutive, ha creato le condizioni per un passaggio possibile del compagno, completamente ingabbiato su un angolo morto del campo, segnando due canestri di fondamentale importanza e ad alta percentuale. Capite il valore di quattro punti realizzati quando tutto era “apparecchiato” per due palle perse? Insisto, godetevi un giocatore d’Eurolega come Markel Brown, essenza del gioco, senza fronzoli, un grande cestista.
Ospiti illustri a “Chi l’ha Visto?”
Francesco Candussi e Jayce Johnson hanno appena finito la partita a Monopoli in panchina, con Michele Ruzzier che abbandona il gioco dopo aver venduto “Parco della Vittoria” per qualche minuto illuminato di campo. Caro coach, i tre sopra citati fanno vedere sorci verdi a Repesa e tu li fai giocare rispettivamente 8, 15 e 16 minuti? Il continuo specchiarsi sulle avversarie continua a lasciarmi perplesso, nasconde un’insita debolezza strutturale, quando in realtà, con il materiale umano a disposizione, si può organizzare qualcosa di più efficace. Anche chi non bazzica di pallacanestro sa che Trieste cercherà di risolvere la partita dall’arco dei tre punti, al punto che nel primo tempo Johnson soffriva di solitudine in area; non solo, anche nel prepartita si era evidenziato come la squadra di Christian avesse nel controllo dei rimbalzi un vantaggio statistico marcato prima della palla a due. Invece niente, il gatto con il topo, una corsa a chi segna di più e in modo più eccentrico e senza un criterio, quello che stava dando Michele Ruzzier in regia. Peccato che di fronte c’erano Robinson, Notae, Galloway… gente che infila canestri a piacimento, a prescindere dal difensore addosso.
Preghierina della sera…
COMUNICAZIONE. Questa serve per gestire l’affare Reyes. Pochi hanno capito che Mike Arcieri ha strutturato il roster per il 5+5, MAI la Pallacanestro Trieste ha giocato con il 6+6 fino a questo momento. E’ poi, inutile continuare a dire che Reyes sta bene per poi vederlo in tuta da casa ciondolare per le tribune del Palatrieste. Se la domanda sul portoricano infastidisce, allora meglio chiarire in stampatello la questione e togliersi quello scoglio di Barcola dalla scarpa. Nessuno si lamenterà per una sosta perdurante ai box in nome della riconoscenza, nessuno avrà da dire nulla se Reyes starà fuori tutto l’anno… tanti invece avranno da elucubrare sul potenziale di Trieste con o senza Reyes, o un eventuale sostituto di Justin. La società abbia pazienza, però l’ambizione materializzata nel mercato estivo, le parole di Matiasic e Arcieri in sede di pre-season, generano per forza di cose un dibattito cestistico che non pone limiti al miglioramento di un prodotto già ottimo.
Raffaele Baldini
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