Fonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini

E arrivò il giorno del tanto atteso quarto di finale di Coppa Italia contro lo Shark Trapani. Inalpi Torino tirata a lucido per la kermesse, una cinque giorni da vivere tutta d’un fiato, in nome dello spietato “do or die”. Non è certo un mistero il potenziale della compagine siciliana, portata ai vertici nazionali dal Presidente Valerio Antonini, fra “uscite” mediatiche e tante entrate (giocatori ndr.) di assoluto rilievo. Trapani vive del fuoco del reparto esterni, JD Notae e Justin Robinson sono un concentrato di dinamite, in grado di attaccare la prima linea difensiva ma anche di colpire dall’arco; aggiungete a questa coppia un talento NBA come Langston Galloway, in pratica il “chirurgo” per canestri nei momenti che contano, e avete una chiara idea della trazione naturale siciliana. E’ evidente che buona parte della vittoria possibile di Trieste passa per arginare la potenza sul perimetro, ma soprattutto evitando di mettere in ritmo gli avversari, perché una volta gasati, non si fermano. Coach Jasmin Repesa gode di abbondanza ma anche di bilanciamento: John Petrucelli, Akwasi Yeboah e Riccardo Rossato sono collanti ideali, sia per quello che concerne equilibrio offensivo, sia per la fase difensiva. Un reparto su cui la squadra di coach Christian può speculare è quello dei lunghi, sempre nell’ottica di trovare il pelo nell’uovo e non di evidenziare una vera e propria falla strutturale; Tibor Pleiss appare sempre più il giocatore adatto più ai palcoscenici d’Eurolega che quelli da campionato italiano, in quanto il ruolo di accentratore non si addice ad un complemento che è stato sempre a servizio dei compagni. Chris Horton è invece sostanza ma non per forza intimidazione, così come Amar Alibegovic, talento cristallino in fase offensiva (a tratti immarcabile), non sempre un cuore di leone nella metà campo di fatica. Spesso nelle sfide senza ritorno ci sono logiche non scritte: è fondamentale partire bene, non lasciare all’avversaria la libertà di mettersi a proprio agio con se stessa e soprattutto con l’ambiente, nettamente per numero e decibel a favore dei siciliani. Tutto questo sperando di non dover parlare troppo della doppia designazione voluta da Luigi Lamonica, quella del triestino Mark Bartoli e del siciliano adottivo Tolga Sahin…

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