Ogni partita è un’ottima occasione per la Pallacanestro Trieste per ritrovarsi, per costruire quello che altrimenti diverrebbe un impalpabile percorso da qui alla fine. Domani sera arriva il Wurzburg (inizio alle ore 18.30), compagine che precedere il team triestino in BCL grazie alla vittoria, più eclatante nei numeri che nella sostanza, ottenuta in terra tedesca per 78-63.
Ecco, quei 15 punti sono la discriminante per chiudere al secondo o terzo posto, cosa non proprio secondaria come in ogni regolamento a gironi che si rispetti. Trieste si è complicata la vita in Germania, giocando gli ultimi tre minuti in maniera scellerata, mandando gratuitamente in lunetta gli avversari, e dimenticando il valore di conservare uno scarto minimo, anche nella sconfitta.
Adesso c’è un logico senso di urgenza, una situazione non interpretabile di giocare una sfida con il coltello fra i denti, ad alti ritmi ma senza deragliare. Giuliani che devono impostare la sfida sui 90-100 punti, anche perché il potenziale ospite si attesta sui 78 punti di media in BCL, chiaro indicatore di talento relativo offensivo, quasi esclusivamente ricondotto al gioco sul “pick and roll” di Marcus Carr (16.4 punti a partita) e Davion Mintz (14.2), con l’estro incontrollato di Brae Ivey.
Non si può parlare di una sfida che nel pitturato potrebbe avvantaggiare i triestini, in quanto la quasi certa assenza di Mady Sissoko, riequilibra per forza di cose il rapporto di forze; i tedeschi non hanno un reale centro di ruolo, hanno però la verticalità ed energia di Charles Thompson, atleta dalla tecnica relativa ma che ha fatto tanto male a Trieste nella partita di andata.
Sarà certamente una partita a scacchi, dove coach Gonzalez dovrà calibrare ipotesi concreta di ribaltamento differenza canestri con l’idea conservativa di salvare, in caso il match non andasse come sperato, le energie per l’importantissima sfida di Masnago contro Varese.
Sfida comunque di grande interesse, Szolnoki (Ungheria), Levice (Slovacchia) e Riga saranno le avversarie possibili dei “play-in” di Gennaio.
Raffaele Baldini

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