Ineffabile Fortitudo, l’amato PalaDozza
Nessuno shock per gli appassionati di pallacanestro triestini, l’Alma da trasferta è quella consueta. Non è la stessa invece la Fortitudo Bologna, tornata ad essere la tignosa compagine a trazione difensiva che costringe una timida squadra giuliana a soli 60 punti. Negli uomini di punta di coach Boniciolli c’è un grado di convinzione nettamente diverso: Mancinelli, Legion, Knox e il “risorto” Cinciarini fanno le stesse cose che precedentemente hanno fatto a Trieste, semplicemente con un piglio diametralmente opposto. C’è la “Fossa”, c’è l’orgoglio di evitare un “cappotto”, c’è soprattutto la sensazione che nei play off veramente tutto è in divenire, nulla è scontato o tantomeno garantito.
Alma, non c’è un motivo per non osare
La versione della squadra di Dalmasson, pur considerando che non è nuova, ricorda molto le partite da trasferta calcistiche delle provinciali in casa delle “grandi”; chiudiamoci in difesa sperando in una giornata nefasta avversaria, magari strappando un punto. Purtroppo (e io dico per fortuna!) il basket non ammette compromessi, si attacca e si difende, si vince o si perde. Trieste sul 2 a 0, anche ora sul 2 a 1, può tranquillamente sciogliersi, far andare gli istinti, non alzare il piede dall’acceleratore. Perché? Prima di tutto perché quando una squadra istintiva si snatura, diventa la controfigura di se stessa. Secondo, perché non c’è l’irreparabile dietro una sconfitta. Terzo, perché non sono così convinto che tenendo alti i ritmi la Fortitudo tenga il passo. Nello specifico aspetto delle transizioni la cartina tornasole di un modo di declinare pallacanestro opposto fra casa e trasferta: all’Alma Arena si vola sulle ali di Green e Parks, fuori casa si va al piccolo trotto.
Altro che infortunato, Cinciarini sta sin troppo bene…
Felici di registrare il fatto che Daniele Cinciarini non vedrà amputato né un dito né un piede dopo l’antidolorifico iniettato per giocare gara 3, siamo più preoccupati per le controindicazioni dello stesso farmaco. Deve esserci un problema sui controlli inconsulti degli arti superiori, con specifica direzione verso il volto degli avversari. Spiace rimarcare come in un giocatore di norma corretto ci sia questa caduta di stile in due occasioni distinte e talmente evidenti che si fa fatica a non stigmatizzare. Soprattutto il colpo deliberato alla gola di Jordan Parks è una porcheria che non può essere ascritta a temperamento focoso da play off. Sono cresciuto nel mito dei vari Charles Oakley, Ricky Mahorn, Bill Laimbeer, per cui il gioco sporco da post season è diventato quasi una forma d’arte; sono anche disposto a capire le piccole cattiverie agonistiche lontano dagli occhi arbitrali. Non concepisco il gesto inconsulto lontano dal gioco, ancor meno comprendo come tre persone vestite di grigio, con 6 occhi 6, non vedano una cosa così evidente.
Nel segno di “Zorro”
Questo il post di Fabrizio Zarotti, un combattente del parquet:
Credo che la spazzolata che ha preso Trieste questa sera a Bologna servirà e ci voleva. Lo dico per esperienza, perché in una lunga striscia vincente, se non perdi almeno una volta prima della decisiva nei playoff … finisci che spesso perdi la decisiva…. una sberla in faccia è propedeutica. Ho con Trieste e Ferrara vinto partite a Varese e Cagliari date per inespugnabili in trasferta per la promozione ,e poi rullante in casa nella finale. Io credo per questo che Trieste la prossima a Bologna la vince . È una gran bella squadra, sono amici ,hanno un grande allenatore, hanno il miglior pubblico competente d’Italia ,hanno una piazza con una passione unica ,e sono ormai pronti a prendersi quello che è loro senza chiedere permesso.Anche in trasferta.
Raffaele Baldini (www.cinquealto.com)
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