Amo la Trieste che reagisce, ma ora che nessuno pesti i piedi all’altro!

20190420_201412Sono entusiasta. Per la prima volta, a mia memoria, la città di Trieste reagisce con violenta passione al destino (chiamiamolo così) cinico e baro che ha sfregiato la pallacanestro, quella vera. Chi già combatteva in trincea la propria battaglia come i soci di minoranza, il Consorzio TSB e “Trieste Entra in Gioco”, Trieste Sesto Uomo”, ha visto allargarsi lo schieramento con l’iniziativa delle magliette “SiAmo Trieste” e ora con l’organizzazione no-profit ispirata sempre al motto delle T-shirt.

Premetto che non entro nei meandri di un’economia spicciola che, pur spiegata bene, non allinea il mio neurone fiscale; non mi azzardo a fare una valutazione di quanto la pensata dei 4 imprenditori sia efficace. Mi piace guardare il lato romantico (come sempre) della vicenda: non c’è angolo cittadino in cui non si pensi una soluzione per mantenere questa grande risorsa, il fatalista triestino per la prima volta violenta la propria indole per andare contro la corrente impetuosa.

Nella maggior parte dei casi, il triestino si è anche spogliato di un’altra atavica veste, quella del polemico/scettico a prescindere; oggi si guarda con buon occhio qualsiasi iniziativa, si capisce che la natura è una natura sana, che ogni scintilla può essere quella giusta per accendere il fuoco della passione.

Ed è da questo ultimo punto che nasce un auspicio, quasi un’esortazione in virtù di quello che si è sempre respirato in città: nessuno pesti i piedi all’altro!

Mi è piaciuto il passaggio iniziale della conferenza  di presentazione del progetto “SiAmo Trieste”, quando si è spiegato in stampatello che l’iniziativa non vuole essere antagonista alle altre. Esattamente come la squadra che sta facendo impazzire Trieste, forgiata da coach Dalmasson e il proprio staff: ogni componente è un colore che ha dignità propria, ma che assemblato agli altri rende la tela nel suo complesso un capolavoro. Così quindi tutte le realtà devono viaggiare con caratteristiche proprie, puntualizzando le peculiarità ma senza mettere in cattiva luce le altre, una eterogenea sinergia che mira allo stesso obiettivo: mantenere la prima squadra cittadina in A1.

Continuo a pensare che nella massima serie, considerato che il budget minimo per salvarsi rimane di 3 milioni euro, uno sponsor principale (vecchia maniera) sia necessario. Penso anche il nodo generale rimanga quello della detassazione per gli sport professionistici che non siano il calcio, però questo moto perpetuo a tinte biancorosse che invade la città è quanto di più virtuoso possa esistere.

Perché NESSUNO, e dico nessuno, alla fine potrà dire che il triestino non ha fatto niente per la propria creatura.

Raffaele Baldini

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Pubblicato il aprile 25, 2019, in BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. 2 commenti.

  1. Emiliano giannatasio

    Ce la prendiamo ai p. O. Questa europa

  2. Michele spatafora

    Prossimo anno pure coppe europee perche bol e ss se vinzi liberano sluts?

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