Mercato Trieste: calma, oculatezza e…senza Parks

hqdefaultFonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini

Una sorta di azzeramento. La chiusura con approvazione del budget 2018/19 in sostanza apre il nuovo capitolo stagionale, che verrà formalizzato con la costituzione del capitale da parte dei soci di minoranza. Il Presidente Gianluca Mauro ha predicato calma, in virtù di trattative societarie in corso e anche in vista di un mercato che non necessita di affanni. Si, perché il nucleo italiano confermato è una garanzia, quello esotico ha tempistiche più dilatate nel tempo, anche se alcuni pezzi pregiati sono sul taccuino di addetti ai lavori, William Mosley su tutti. L’americano ha posto Trieste in cima al gradimento, l’opzione per il secondo anno ha peso specifico zero, quindi dipenderà molto da quello che offre la concorrenza. Sempre Mauro ha ribadito un concetto sottoscrivibile, quello della chirurgica scelta del materiale umano a prescindere dal budget a disposizione. L’esempio più virtuoso è sempre quello della Vanoli Cremona: il centro Mangok Mathiang è costato circa 70/75 mila dollari, Drew Crawford 110 mila. Il totem dominante Jack Cooley di Sassari, in procinto di sbarcare in Giappone, si avvicinava ai 150 mila dollari. Euro più o euro meno, sono costi che si allineano, alcuni anche vanno ben al di sotto, di quelli utilizzati dall’Alma per garantirsi i servigi di Justin Knox. Qualsiasi elucubrazione riferita al mercato non potrà che essere parziale, superficiale, semplicistica fino alla prova del campo. Anzi, l’ esperienza insegna che più il nome di un giocatore viaggia sulla bocca degli addetti ai lavori, più il suo prezzo non sarà proporzionato al valore cestistico. Lo ha detto lo stesso Bogdan Tanjevic: “bisogna rifuggire dai grandi ingaggi, perché mettono una pressione enorme all’atleta. Il fardello del contratto fa si che le prestazioni siano inferiori alle aspettative, inoltre mettono i compagni nelle condizioni di deresponsabilizzarsi in funzione del quotato professionista.” Pensate che solo fino a qualche anno fa la pesca dal piano superiore (A1) al piano inferiore (A2) veniva vista come una follia da disperati  in crisi economica; oggi, sulla stregua di esempi come Trieste e Brindisi, si guarda con attenzione alla seconda serie, con contratti firmati da Andrea Pecchia a Cantù, Aristide Landi a Pistoia, e diversi altri in sede di formalizzazione. A proposito di protagonisti in serie A2, molto rumore attorno al nome di Jordan Parks, nell’ultima stagione a Capo d’Orlando, finalista per la promozione in A1. L’ex Trieste non ha dato risposta definitiva alla Virtus Roma, è corteggiato dalla Fortitudo Bologna e da diverse società in generale. Molti hanno pensato ad un ritorno di fiamma…biancorossa, ipotesi ventilata e vagliata durante i playoff, ma per ora scartata. La Pallacanestro Trieste quindi non è fra i club che hanno formulato un’offerta all’ala di Staten Island.

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Pubblicato il giugno 28, 2019, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.

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