Le tre “verità” in Pallacanestro Trieste
In Pallacanestro Trieste esistono tre versioni sul futuro: quella scritta, quella detta e quella nascosta. Tre variabili ideali per mandare in “tilt” il sistema, fatto di morboso bisogno di notizie da parte degli appassionati, di versioni giornalistiche pronte ad essere sbertucciate per infondatezza, di voci incontrollate di fantozziana memoria.
Il consiglio per tutti e seguire l’ agnosticismo, anche se questa pratica “violenta” l’indole irrequieta del tifoso, soprattutto quando è scossa da tanti “spifferi” poco rassicuranti riguardanti il futuro della pallacanestro locale. E qua nasce il primo problema: i tifosi saranno a tutti gli effetti i “soci di maggioranza” virtuali della Pallacanestro Trieste che, con abbonamenti e biglietti, andranno a supportare concretamente la società. A loro si chiede senso di appartenenza, slanci di passionalità a scatola chiusa…quando però non si fa nulla per coinvolgerli, addirittura occultando la verità. A Trieste nessuno è morto per aver raccontato la nuda verità, anche se questa fosse tragica. Comunicati stampa con “l’inchiostro simpatico”, superficiali quanto vuoti, non possono che alimentare un partito dei diffidenti.
In un paio di giorni si è passati da un budget appena sufficiente ad aprire la stagione ad uno (quasi) allineato con quello della stagione appena trascorsa. Lo stato emotivo di Mario Ghiacci è come una montagna russa, passa dal “preoccupatissimo” al quasi sereno; addetti ai lavori sputtanano il prodotto giornalistico per mettere una foglia di fico alla situazione. Non c’è stato nessun passaggio di quote, nessun notaio, accordi presi in camera caritatis… e soprattutto organi garanti quali Trieste Entra in Gioco e Monticolo che escono di scena. Quale è la verità?
In ultima analisi un personale punto di vista sul quadro mediatico a cui assistiamo ogni giorno. Che il mondo dei social si debba spezzare per forza in due “partiti” suddivisi con un colpo di scure, è ahimè semplificazione intellettuale contemporanea. Le sfumature contrastano con il senso di immediatezza dei social, le specifiche circostanziate stemperano i colori vivi del messaggio, stare equidistanti è esercizio poco virile. Io penso che sia DOVEROSO instillare nel tifoso lo spirito critico (non rabbia ndr.), in quanto essere pensante che paga per vedere uno spettacolo. La critica, se costruttiva, aiuta a crescere e soprattutto è “sentinella” verso i depositari di un prodotto molto caro a tanti. Critica è comunicazione, critica è pluralità di punti di vista che aiutano a formulare una compiuta idea propria. Altresì critica e passione non sono ossimori, tutt’altro, sono facce della stessa medaglia, quella che compongono l’appassionato. Spesso invece si è confuso la divergenza di vedute con disamoramento, distacco.
L’ideale sarebbe usare la stessa veemenza, la stessa passione e convinzione nell’andare a fare la fila per l’abbonamento. Solo ESISTENDO il prodotto Pallacanestro Trieste può arricchire l’irrequieta vita di un appassionato; e poi, parliamoci chiaro, basket e polemica per il triestino è come “civa con zivola”, impossibile staccarli.
Nell’auspicio che la società indica una conferenza stampa esplicativa (anche per i giornalisti “farlocchi”), attendiamo i primi passi della stagione 2022/23.
Raffaele Baldini
Pubblicato il giugno 13, 2022, in BASKET NAZIONALE E INTERNAZ., BASKET TRIESTINO, HighFive, News con tag Pallacanestro Trieste, Raffaele Baldini. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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