Come si quantifica il nulla?

Un litro di aria pesa 1,29 grammi. Ho cercato su “Google” un nesso con qualcosa che non ha peso, ma ahimè anche l’aria ce l’ha. Questo per dire che l’aria ha più sostanza della Pallacanestro Trieste vista contro la Fortitudo Bologna. Bastano 5 minuti 5 per definire l’impalpabilità della squadra allenata da coach Christian: zero personalità, zero intensità, zero idee, zero accorgimenti rispetto al cristallino modo di declinare la pallacanestro di coach Caja. Le preoccupazioni degli appassionati, parlo quelli con educazione sportiva, avevano diritto di cittadinanza, perchè qualcosina a Trieste si è vista fra due canestri. Non esistono metamorfosi radicali, non esiste l’illuminazione che trasforma qualcosa di fragile in un meccanismo oliato e compatto; semmai esiste un percorso fatto di limature, di lavoro certosino per smussare gli angoli, una crescita che fino ad ora non si è vista. Colpa di coach Christian? Sarebbe riduttivo incanalare la critica verso un soggetto, per tanti motivi. Il primo è che l’allenatore è supportato da uno staff, altrettanto responsabile di uno scempio offensivo e difensivo. In secondo luogo perchè non si vede mentalità nei giocatori, eccellenti comunicatori ma rivedibili “fighters”; come legare la volontà di reagire alla retrocessione con un approccio così morbido? Come dar credito a chi non si scuote di fronte ad una “esecuzione” cestistica a casa propria? Ribadisco, potremmo stare una vita a parlare del “difficile adattamento” del coach (eufemismo perverso) al basket italico di A2, resta il fatto che la decantata empatia del gruppo con il suo timoniere è espressa malissimo, stride sui 28 metri di parquet.

Fisicità e atletismo latenti, a ottobre…

Piantati come cipressi, poco atletici e con una fisicità “introspettiva”; la Pallacanestro Trieste non impone nulla, neanche dal punto di vista dell’ esperienza. L’impressione è che ci troviamo di fronte da un roster composto da giocatori in fase calante, con limiti fisico/atletici evidenti; rimane tanta qualità potenziale, purtroppo al momento in “slow-motion”. Serve come il pane il rientro di Ariel Filloy, elemento dalla spiccata personalità e in grado di trascinare il gruppo; il grosso problema sta anche in questo aspetto, i presunti leader per ora sono nascosti, Ruzzier e Ferrero su tutti, Brooks va a corrente alternata, Reyes unico a rispondere presente. Francesco Candussi? Uno dei più positivi ma non sarà mai un “capo-popolo”, al massimo può essere una garanzia offensiva, un punto di riferimento in attacco. Punto.

Sangue freddo

Anche Mike Arcieri ha toccato con mano cosa voglia dire serie A2. Si, quella “jungla” citata più e più volte, non a sproposito. Una categoria infida e bastarda, come la rucola per “Aldo, Giovanni e Giacomo”, da conoscere molto bene soprattutto in chiave promozione. Mike Arcieri è stato chiamato quale competenza di livello, a prescindere della relativa conoscenza della seconda serie, sta a lui ora agire con sangue freddo, valutando la posizione del coach ed eventualmente correttivi per il roster. Sangue freddo vuol dire capire più di ogni altra cosa se Christian è in grado di reggere l’urto, perchè il 5 Novembre arriva presto e potrebbe essere una partita spartiacque per il suo futuro. Con il senno di poi sarebbe stato probabilmente il miglior compromesso affiancare Christian ad un uomo di grande esperienza (Pancotto?), forse sarebbe stato più utile rinunciare a qualche riconferma per portare un top-player come Moraschini… ma con il senno di poi anche Gesù avrebbe evitato di finire sulla croce.

Raffaele Baldini

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