Fonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini

Si volta pagina, neanche il tempo di festeggiare che si torna a combattere su 28 metri di parquet. Trieste recupera Francesco Candussi e attende la reazione canturina in un PalaFitLine nuovamente caldo.

Reazione

La più auspicabile delle reazioni che Trieste attende da Cantù è quella scomposta, cioè dettata dalla voglia di reagire alla sconfitta in gara 1, ma senza un criterio tecnico/tattico. Normalmente quel tipo di “sfoghi” durano il tempo di una folata. C’è però tanta esperienza nei giocatori di coach Cagnardi, anche quel sano amor proprio che dovrebbe portare a pensare che Moraschini, Baldi Rossi e Burns non replichino l’opaca prestazione di martedì sera.

Eli Brooks

L’americano non sbaglia due partite consecutive, di norma. Ci ha abituati a grandi contributi offensivi, come sempre partendo dalla precisione nel tiro da tre punti. E’ fondamentale che lui, esattamente come Stefano Bossi, nella proporzione del minutaggio, siano in grado di “aprire la scatola” per costringere la difesa brianzola a uscire dal guscio, a percorrere metri per ostacolare un tiro.

Mantenere il ritmo offensivo, occhio alle esasperate chiusure d’area

Il terzo quarto è la cartina tornasole di quello che Trieste non deve fare: attacco statico, prevedibile e ancorato ad improbabili conclusioni dall’arco o nell’uno contro uno senza muovere la difesa. Serve girare la palla, avere pazienza, tanto poi un taglio di Vildera, Candussi o Menalo…arriva. In difesa la compagine giuliana ha ottimamente chiuso l’area ma oggi parliamo di un successo perché Baldi Rossi e soci hanno sbagliato tanti tiri aperti; speculare sulle cattive percentuali dall’arco dei brianzoli potrebbe essere un boomerang.

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