
Fonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini
La Pallacanestro Trieste non può proprio distrarsi in questo inizio stagione, un calendario tostissimo per testare la solidità del gruppo forgiato da Michael Arcieri. Si va a Casale Monferrato, teatro della promozione in serie A targata Alma, contro la forte Bertram Tortona, compagine con velleità credibili di insediarsi ai primi quattro posti della classifica.
Tortona cantiere aperto, quindi…
Roster rivoluzionato agli ordini di coach Walter De Raffaele, quindi fisiologicamente votato ad andare a sprazzi, almeno per le prime giornate di campionato. Anche a Varese i “leoni” hanno “regalato” un tempo a Mannion e soci, lasciando autostrade per il canestro. Valentine e soci dovranno essere bravi, come han fatto a Napoli, a premere sull’acceleratore nel momento giusto, avere il cinismo di creare dei break in incisivi nei momenti di abulia avversari. Non è facile, ma Trieste ha giocatori di personalità.
Non c’è due senza tre
Valentine e Brooks castigano da ex Milano, Brown mette in riga tutta Napoli, per la giurisprudenza mancherebbe Colbey Ross, da ex tortonese. Il playmaker americano di coach Christian ha una grande opportunità, smorzata in terra partenopea da un paio di falli commessi in un amen, quella di attaccare la non irreprensibile difesa di Kuhse.
Attenzione ai lunghi di Tortona
Su Paul Biligha non occorre spendere più parole, visto che è stato l’oggetto del desiderio di Trieste per diversi anni. Giocatore di energia, presente su entrambe le parti del campo, esperto e fisico all’occorrenza. Un ottimo complemento a Ismael Kamagate, una possibile rivelazione del campionato e colpo azzeccato dei piemontesi. Basta leggere le statistiche delle prime due uscite per capire la pericolosità: 17.5 punti a partita, l’ 85.7% da due punti (!), 9 rimbalzi e 2 stoppate a partita. Arma totale, verticale e dinamico, mani piene per Johnson e soci.
La regia di Kuhse
Tommy Kuhse è un’altra presa a cinque stelle. Playmaker tutto fosforo, un costruttore di gioco di alto livello con gli occhi anche sulla nuca. Abbina una fisicità insospettabile nell’avvicinarsi a canestro a letture perfette. Nelle prime due uscite stagionali ha mirabilmente abbinato il ruolo di regista con quello di cannoniere all’occorrenza, cioè quando a Varese è stato chiamato a lucrare sulla fase difensiva di Mannion, non proprio di livello. Attenzione alla marcatura, perché è scaltro abbastanza per prendersi una caterva di falli.
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