E adesso, chi fa il pompiere?

Vi ricordate “Grisù”, il draghetto che voleva diventare pompiere ma, invece di spegnere gli incendi, li alimentava involontariamente? Ecco, la sensazione è che dopo Tortona, ogni tentativo di “spegnere” questo incendio emozionale cestistico, si rischi di farlo divampare inesorabilmente, senza possibilità di arginarlo. Troppi anni a mangiare polvere, troppi mezzi giocatori visti sotto le volte del Palatrieste per non lasciarsi andare ad un impeto passionale di fronte alla realtà contemporanea. Eppure è necessario fare i pompieri, ci saranno momenti in cui la condizione fisica verrà meno, qualche malaugurato infortunio (si spera di no, ma in una stagione…), oppure l’autostima si trasformerà in superficialità, minando la durezza mentale vista in queste prime uscite. Consiglio il gruppo e coach Jamion Christian di affidarsi allo “studio dei dottori Brooks-Brown”, uomini esperti capaci di leggere questo stato di euforia e di calibrarlo/veicolarlo nella maniera più opportuna.

“A Trieste si può sbagliare…”

Sembrerebbe una frase ammantata di fatalismo triestino, in realtà è il fondamento di una filosofia vincente che trova riverbero nelle prime uscite della squadra in questa stagione. Le rotazioni a 7/8 giocatori permettono qualcosa che è un lusso a livello professionistico, cioè trovare la serenità nell’esprimere la propria pallacanestro. Denzel Valentine è il manifesto di questo concetto, cioè un uomo che per caratteristiche, o situazioni di gioco (vedi due falli in un amen), si trova costretto ad aspettare il momento opportuno per scatenare l’inferno. Ecco, quello che in pratica Jamion Christian concede all’americano, Ettore Messina, con logiche ovviamente di tutt’altro tipo, non permetteva. Così Valentine, in una outsider, diventa la “piacevole pazzia” che, quando è innescata, fa godere come ricci chiunque avesse a cuore le sorti della Pallacanestro Trieste. “Se non xe mati no li volemo…”

Le rotazioni, allenarsi per i momenti bui

Coach Christian sta spremendo la qualità del gruppo, senza preoccuparsi del domani. Giusto? Sbagliato? I risultati gli stanno dando ragione, e forse è un viatico importante anche per il resto del gruppo che deve forgiarsi al piano di sopra (e ad un certo livello anche). Insisto nel dire che il recupero di Justin Reyes è fondamentale, per diversi motivi: allunga le rotazioni e fa rifiatare i “big”, è quel giocatore da fiammate improvvise che possono spezzare la partita in due, è un terminale perfetto per il sistema di Jamion Christian, è arma aggiuntiva sulla difesa dei numeri “3” o “4”, forse anche dei “5”. Anche l’allenatore americano può provare a rischiare un po’, Ruzzier per Ross nel finale a Tortona, far gestire la regia a Brown o Valentine avrebbero evitato qualche isolamento forzato di troppo, qualche minuto di Campogrande alleggerito la pressione sullo stesso Brown. Insomma, la bellezza di aver conquistato punti inaspettati non deve impigrire il percorso di crescita, ma lo deve “stuzzicare”.

Quella meravigliosa follia…

Partita ancora teoricamente da mettere in ghiaccio…Valentine va in contropiede e pensa bene di effettuare un passaggio “no-look” dietro la testa per Brooks che schiaccia. Neanche Moana Pozzi dei tempi d’oro ha sollevato uno stato di eccitazione tale in chi guarda cotanta sfrontatezza messa in un contesto di “vincere o morire”. Non commentiamo poi le scelte, da TSO immediato, su tiri da nove metri, con conseguente assolo di chitarra. In un contesto “stressato” tutto ciò sarebbe ascrivibile a scelleratezza impulsiva, declinato nel modo giusto invece diventa poesia, genio e piacere di gustare uno spettacolo. Il corso americano a Trieste ci ha insegnato a guardare il basket da un punto di vista diverso, in prima battuta pensando di godere dello sport con il sorriso sulle labbra, divertendosi. Gli americani di Trieste si stanno divertendo, senza mancare al sacrificio difensivo, allo scatto in più per recuperare un pallone o al tuffo per salvare una situazione. “Viviamo la stagione della saggezza e la stagione della follia. Proviamo a esercitarci con saggezza e con follia. Senza avere più paura.”

Raffaele Baldini

Lascia un commento