Fonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini

Colbey ROSS, voto: 6/7

Più cocciuto di una suocera nel mettersi in partita, alla fine trova qualche canestro di classe ma il capolavoro l’aveva ricamato a Treviso.

Michele RUZZIER, voto: 6/7

Primi venti minuti di gestione in regia, senza aver bisogno di offendere. Si diverte con il resto nel gruppo nel cercare traiettorie spettacolari per i compagni.

Stefano BOSSI, voto: 6/7

Una tripla per superare i 100 punti e un assist al capitano Denageli.

Lodovico DEANGELI, voto: n.g.

Markel BROWN, voto: 8

Quando declina la sua pallacanestro in senso tecnico, è più avvenente dell’arbitro Marziali. Altri venti minuti di pura poesia cestistica, 15 punti con 3/3 dall’arco e tre spanne sopra a tutti. Nel secondo tempo crea un arresto cardiaco di gruppo per una caduta rovinosa…ma poi rientra con un bel canestro. Immenso.

Jeffrey BROOKS, voto: 7/8

Dal nulla, come un’entità impalpabile materializza canestri da situazioni ormai perse. Su una sua palla perse inopinata c’è lo speciale di Alberto Angela e il plastico di Bruno Vespa. Chiude con 10 punti, 9 rimbalzi e 3 assist. Leader silenzioso.

Luca CAMPOGRANDE, voto: 6/7

Cosa è l’autostima? E’ il radicchio condito che ti fa vedere il canestro più grande di quello che è. Luca sta ricostruendo quel ruolo di arma tattica dalla panchina per colpire dall’arco e difendere. Tre falli condizionano il resto del match.

Denzel VALENTINE, voto: 8

Giocoliere con la palla in mano, vale mezzo prezzo del biglietto per lo spettacolo aggiunto alla concretezza cestistica; alle volte è talmente immaginifico da scivolare in… “visioni” biancorosse. La quota “psycho” all’interno di un gruppo forte e quadrato è la ciliegina sulla torta; nel secondo tempo è un Harlem Globetrotter che scherza con i diretti avversari.

Jarrod UTHOFF, voto: 7

“Uthoff-robot” continua ad essere un animale a sangue freddo, cioè dedito a portare punti pesanti quando la partita lo richiede. Quando il match non ha più un senso, esce di scena in silenzio, perché sono altri i momenti preferiti dal “white-mamba”. Chiude la partita con 9 punti e 5 rimbalzi.

Jayce JOHNSON, voto: 6/7

Il biondo “surfista” sfodera lo charme con la Marziali per sfuggire a due falli evidenti non sanzionati. Il “cangurotto” dimostra sempre maggior presenza d’area, pur con risultati balistici alterni ed una tecnica di tiro nell’appoggiare palla al ferro simile al lancio di una castagna incandescente a dicembre.

Francesco CANDUSSI, voto: 7

Si muove molto bene vicino al ferro sull’educato piede perno, ha meno feeling con il canestro dalla linea del tiro libero. Ricama comunque una serata da 13 punti in 18 minuti.

Coach Jamion CHRISTIAN, voto: 8

Sapeva perfettamente di dover correre, abbinando però la fase offensiva a quella difensiva. Conserva Reyes in un match che non aveva bisogno del portoricano, così come Ross gravato di due falli. L’empatia con il gruppo ha ormai forme di sublimazione klimtiana. Ormai siamo tutti credenti…crediamo in Christ…ian.

3 risposte a “Pagelle Trieste: Valentine Harlem Globetrotter, Brown regale e il solito Brooks “silenzioso””

  1. Avatar Marco Visotto
    Marco Visotto

    Credo che, per quanto ironico, il riferimento all’aspetto fisico quando si parla delle qualità di una professionista donna sia sempre più fuori luogo e tempo, ormai. Personalmente mi infastidisce, tendo a pensare che anche la diretta interessata non ne sorriderebbe… Te lo scrivo solo per tue eventuali riflessioni, visto che apprezzo altre cose dei tuoi contenuti e stile.

    1. Avatar Raffaele Baldini

      Sinceramente pensavo che la chiave ironica sgombrasse il campo da sfumature sessiste. Siccome però sono io responsabile del messaggio che arriva agli utenti, mi scuso se ho lasciato questo possibile retro-pensiero. Un caro saluto

      1. Avatar Marco Visotto
        Marco Visotto

        Non dubito dell’intenzione, penso però che la chiave ironica non basti più (anni fa invece io per primo avrei sorriso e basta) a giustificare ciò che passiamo esplicitamente o implicitamente con il nostro linguaggio. Il conduttore ha lo speciale, il giornalista ha il plastico, la arbitra ha un bel culo. Credo che se riteniamo che sia ok avere donne che arbitrano allora dovremmo parlarne o anche solo citarle aldilà del loro aspetto fisico, esattamente come normalmente si fa con gli arbitri maschi. Grazie della tua risposta, buon lavoro.

        Marco Visotto marcoviso@hotmail.it

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